“Stellone l’antipersonaggio. Dominatore del campionato, in corsa per una serie di record impressionanti eppure mai sopra le righe, sempre e solo concentrato sul suo ruolo tecnico, nessuna concessione al jet set. Profilo basso e discorsi prettamente calcistici. Niente esclusive, neppure alle televisioni che pure comandano il mercato, vita riservata e parole dette quel che basta per le esigenze delle vigilie. Una scelta atipica in un pallone che spesso monta i protagonisti che viaggiano sulla cresta dell’onda come Roberto per adesso. Un po’ di scaramanzia, un po’ di strategia mediatica legata anche alla piazza. Inizialmente il silenzio era consigliato per non cadere nelle polemiche con Zamparini, costate il posto a tanti suoi predecessori; adesso perché l’arrivo della proprietà inglese è ancora in divenire e conviene lesinare i commenti e continuare a lavorare duro. Lui stesso sulla vicenda si è limitato a domande semplici. Gli hanno risposto «per te non cambia nulla, il tuo referente è sempre Foschi, vai avanti tranquillo e vinci il campionato». E lui si sta adeguando.
SORRISI E FRATELLANZA. Non pensate però ad un allenatore musone, rude o scontroso nei rapporti interpersonali. Tutt’altro. Stellone ha creato un gruppo solido ed unito anche partendo dalla sua esperienza di ex giocatore che comprende bene le dinamiche di uno spogliatoio. Sa alternare uomini e moduli permettendo a tutti di sentirsi partecipi. Ha solo 41 anni, spesso si allena anche lui con la squadra schierandosi come attaccante e nelle partitelle fa pure gol spettacolari. Moreo ha spiegato di essere rimasto sorpreso dal suo modo di colpire di testa e di stare cercando di carpirne il segreto. Le sue conferenze stampa nel pre e dopo partita, unici momenti per adesso di confronto con i media, sono spiritose e piene di battute. «Volete sapere la formazione vero?» chiede spesso Roberto ai cronisti. E poi spiazza tutti fregandosene della pretattica e snocciolando gli 11 che andranno in campo. Gli argomenti però sono rigorosamente calcistici. Dribbla con cortesia ma fermezza le domande su aspetti societari, parla a lungo e con dovizia di particolari, ma solo della partita che sta arrivando. Nell’era social, Stellone punta unicamente sul motivo per cui è stato assunto: allenare, insegnare tattica, gestire una squadra. E le sue disquisizioni sono precise e piacevoli. Spiega perché il tal modulo in quella occasione potrebbe essere più adatto, come i suoi attaccanti dovranno andare sul play avversario, come i “quinti” di centrocampo dovranno muoversi nelle singole fasi di partita. In fondo, siamo qui per il risultato no?
SANDY E JEREMIA. Vita privata? Niente intrusioni please. A Palermo abita all’Addaura, la zona di mare che gode di panorami meravigliosi, e viene raggiunto saltuariamente dalla moglie Sandy e dal piccolo Jeremia, il figlio di 6 anni. Compagni di giornata sono i suoi collaboratori storici, il vice Giorgio Gorgone e il tattico Andrea Gennari, la cui amicizia risale ai tempi comuni della Lodigiani nel 1996/97.
UN RECORD DIETRO L’ALTRO. Se le cose vanno bene così, perché cambiarle? Parlano i record. Strepitosi. Sulla panchina rosanero, Roberto è imbattuto da settembre, quando ha ripreso in mano il Palermo che già lo scorso anno aveva condotto per le ultime 8 gare perdendo solo nel controverso play off di Frosinone. Totale attuale, 44 punti in 21 partite, media 2,09. Nella storia del Palermo, nessun allenatore subentrato era riuscito a tanto. La striscia positiva si allunga, con 13 risultati utili in fila ha raggiunto De Bellis e Veneranda, allenatori anni ’70, si avvicina a Sonetti (14 nel 2002/03), Baldini (15 l’anno dopo, quello della promozione) e Viciani (ancora 15 nel 1974/75) e davanti a lui ha ancora Iachini a 20 (2013/14, altra promozione centrata). Stellone ha conquistato squadra e tifoseria con la logica del campo. Gli basta così”. Questo quanto scrive l’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” parlando di Roberto Stellone.