L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla proposta di Infantino di giocare il Mondiale ogni due anni.
Rispetto al 2019 quasi tutto è cambiato. Due anni fa, all’hotel President Wilson sul lago di Ginevra, Andrea Agnelli era stato confermato presidente dell’Eca fino al 2023 e aveva parlato di unità e di crescita del calcio europeo lavorando insieme all’Uefa. Ieri il nome del numero uno della Juventus, assente come i presidenti di Real e Barcellona (i tre club sono ancora fuori dall’Eca), non è stato neppure nominato, anche se per lui non sono mancate le frecciatine velenose. L’ex amico Ceferin come al solito è stato duro («Per superare una tempesta ci vuole un bravo capitano e all’Eca lo avete: è colui che ha sostituito l’ex comandante scappato dalla barca. La Superlega? Una disgrazia»), ma neppure Al Khelaifi, nuovo chairman, si è tirato indietro: «Non perdo tempo a parlare di fallimenti o di chi racconta favole. Hanno provato a separarci, ma non ci sono riusciti».
Vale la pena iniziare proprio dal no del numero uno dell’Uefa al Mondiale ogni due anni perché l’argomento è assai spinoso e a Zurigo certe frasi non saranno piaciute per niente. «La Fifa – ha detto Ceferin – ha commissionato uno studio (messo a punto da Arséne Wenger, ndr) per far disputare il Mondiale ogni 2 anni non rendendosi conto di avere tra le mani un gioiello che ha valore proprio per la sua rarità. Vederlo troppo spesso deluderebbe il pubblico e renderebbe il calendario internazionale ingestibile, ma il problema maggiore sarebbe per i giocatori che necessitano di riposo, non di trascorrere tutte le estati in campo. Lo dovete dire anche voi dirigenti alla Fifa». Più chiaro di così…