L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Catania riportando un’intervista al vicepresidente del club Vincenzo Grella.
Via dall’inferno. Perché si può e si deve essere umili, ci si può e ci si deve forgiare anche nelle difficoltà, ma un anno di Serie D alla città di Catania – con quindicimila presenze costanti al “Massimino” e migliaia di sostenitori al seguito per ogni trasferta – oggi basta e avanza. L’espiazione delle colpe e dei peccati è ancora in corso, è vero, ma la sensazione è che, grazie all’impegno del presidente Rosario Pelligra e di tutto il suo staff, il ritorno nel calcio professionistico sia ormai davvero dietro l’angolo. Il conto alla rovescia per i festeggiamenti è già stato avviato e chissà che il brindisi non possa essere fatto in occasione della prossima Pasqua: «Io non so se festeggeremo a Pasqua o in un altro momento – a parlare è il vicepresidente e amministratore delegato del club, Vincenzo Grella – io so che dovremo essere bravi a mantenere questo atteggiamento, a portare avanti questa nostra cultura in una città che ha fame di calcio. Questo campionato è una maratona, le insidie – a cominciare dalla sfida con il Città di Sant’Agata di domenica prossima – sono sempre dietro l’angolo».
Abbassare la guardia no, ma se si è in testa con due o tre chilometri di vantaggio su chi insegue, beh, questo potrebbe aiutare nel gestire il futuro immediato. «Ho chiesto ai miei di togliere il verbo “gestire” dal nostro vocabolario. Noi dobbiamo andare in campo per vincere e convincere, dimostrandoci sempre belli e aggressivi».
A proposito di questo e facendo i necessari distinguo nella consapevolezza che questa è squadra di Serie D: è contento del gioco espresso dal Catania? Si aspettava questo? «All’inizio non sapevo cosa aspettarmi, però ora sono ampiamente soddisfatto del lavoro svolto dall’allenatore, dalla squadra e dalla dirigenza. Tutti hanno saputo cogliere la nostra filosofia, comprendere quelli che dovevano essere certi principi comportamentali. E’ stato importante».
Quanti componenti di questo gruppo saranno ancora a Catania il prossimo anno? «Stiamo valutando. Abbiamo ancora un mese per definire le nostre scelte. Nomi non ne farò mai, ma un numero a fine marzo ve lo dirò. E questo vale anche per il progetto sportivo da proporre – sabato – al presidente Pelligra, in arrivo dall’Australia. Abbiamo due strade da percorrere. Vedremo cosa si deciderà. Una squadra giovane, meno costosa ma non per questo meno competitiva, e che comunque rappresenterebbe un investimento per il futuro. Oppure una squadra esperta, costruita per vincere subito ma che potrebbe durare meno. Da cosa dipende? Dal budget che metterà a disposizione il presidente».
Si parla anche di una nuova casa per il Catania. «Che non sarà il nuovo stadio, almeno per il momento. Sì, stiamo pensando a una casa tutta nostra, con uffici, campi di gioco anche per la squadra femminile e per le giovanili».