“Caso Paracadute. Un caso che nessuno aveva previsto lo scorso 26 febbraio, vale a dire quando l’Assemblea di Lega aveva approvato il nuovo sistema di ripartizione delle risorse, con una fetta di 60 milioni, il Paracadute appunto, destinata alle tre squadre retrocesse. Ebbene, il caso ha voluto che nell’ultima giornata di campionato il Verona, già retrocesso, farà visita al Palermo, quart’ultimo, con un punto di vantaggio sul Carpi, terz’ultimo. La squadra gialloblù, con 3 anni di anni di anzianità in serie A, sa già di ricevere 25 milioni per la sua discesa in serie B. Stessa sorte capiterebbe, nel caso, al club rosanero, mentre agli emiliani, reduci da un torneo da neopromossi, ne spetterebbero soltanto 10. MECCANISMO. Il problema nasce proprio dalla differenza tra quei 25 e quei 10, ovvero 15 milioni. Con il Carpi retrocesso, la cifra verrebbe messa da parte per essere girata alla squadra che non dovesse risalire subito nella massima categoria con maggiore anzianità in serie A. Evidentemente, si potrebbe trattare soltanto del Verona. Con il Palermo, in B, invece, il club gialloblù perderebbe la possibilità di conservarsi quell’ulteriore cuscinetto. Di qui le polemiche che si sono accese nelle ultime ore, visto che, affrontando proprio i siciliani nell’ultimo turno, gli uomini di Del Neri non avrebbero alcun interesse a fare punti, non dando così l’opportunità al Carpi di un ulteriore sorpasso e quindi della salvezza. Qualcuno ha etichettato l’inghippo come un “bug” di sistema. Se non altro l’esperienza diretta permetterà di correggere l’errore quanto prima. L’accordo preso dalla serie A solo due mesi e mezzo fa, infatti, ha validità solo per questa stagione. Per la prossima, i club della massima categoria dovranno trovare una nuova intesa e quindi ci sarà pure l’opportunità di cancellare l’anomalia. Resta il fatto che ci si poteva pensare comunque prima…”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.