L’edizioe odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sullo scandalo scommesse tra i calciatori.
Il calcio è intrappolato nella rete. Da quel magma indistinto che è il web, tra scommesse e fake news, escono ogni giorno nuove indiscrezioni sui campioni che scommettono. Ieri il fotografo Fabrizio Corona ha scattato un’altra delle sue istantanee dialettiche, tirando in ballo Nicola Zalewski. Il quarto uomo coinvolto nel giro di puntate clandestine dopo Fagioli, Tonali e Zaniolo giocherebbe dunque nella Roma. Andiamoci piano però. Perché al momento Zalewski non risulta indagato dalla procura di Torino. Sarebbe semmai membro di una chat nella quale alcuni colleghi parlavano di scommesse ma ancora mancano evidenze di un suo coinvolgimento diretto. Di conseguenza la sua posizione non è stata esaminata neppure dal procuratore federale Giuseppe Chiné, che attraverso un costante scambio di informazioni con i magistrati sta gestendo la propria indagine in parallelo. Anche la Roma è in attesa di nuovi elementi prima di commentare il caso e/o difendersi. Allo stesso modo lo staff del giocatore preferisce non intervenire, almeno finché non sarà più chiaro il quadro. Se l’indiscrezione pubblicata da Corona si rivelasse falsa, almeno per quanto riguarda Zalewski, partirebbero le querele.
Occorre insomma una grande cautela nel trattare le infiltrazioni, per districarsi tra mitomani e informatori. Intanto Zalewski, che è italiano di nascita ed estrazione ma ha scelto di giocare per la nazionale di famiglia, è stato raggiunto dalla notizia nel ritiro dell’Under 21 polacca. Ma non si è mosso da lì e, se non interverranno atti formali a suo carico, continuerà ad allenarsi e a giocare regolarmente. Anche con la Roma, alla quale si aggregherà la prossima settimana in vista della partita di domenica 22 contro il Monza. A prescindere dal caso singolo, la sensazione è che l’effetto domino ormai sia partito. Ci sarebbero tanti altri calciatori, alcuni anche molto importanti, invischiati nel traffico di scommesse clandestine. A guidare l’indagine di Torino è la dottoressa Manuela Pedrotta, che come foto sul profilo di whatsapp ha scelto una tigre molto iconica. Sarà lei, coadiuvata dalla squadra mobile, a stabilire tempi e modi delle audizioni e degli interrogatori.
Nel registro degli indagati, fino a ieri sera, erano stati iscritti Fagioli, Tonali e Zaniolo, con l’ipotesi di reato di esercizio abusivo di gioco e di scommessa disciplinata dalla legge 401 del 1989. Ma se a livello penale il vero focus degli investigatori è l’organizzazione criminale che gestisce il giro d’affari, mentre gli scommettitori possono essere un utile supporto alle indagini, dal punto di vista sportivo i calciatori rischiano lunghe squalifiche. Qualcuno dei soggetti coinvolti rischia non solo la sospensione per aver violato il divieto di scommettere sul calcio, che di per sé senza patteggiamento e collaborazioni prevede pene non inferiori a tre anni, ma addirittura di essere condannati per illecito sportivo, quindi con squalifiche dai 4 anni in su. La differenza sta nel tipo di giocata: se il calciatore sotto inchiesta ha puntato su una partita della propria squadra, anche scegliendo una scommessa non strettamente connessa all’esito della partita stessa, ha comunque contribuito ad alterare il risultato sportivo. E allora non c’è più difesa. Si è nella rete, senza rete.