L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Benevento e la scelta del nuovo allenatore.
È durata solo un giorno l’attesa per conoscere il nuovo “inquilino” della panchina giallorossa dopo l’esonero di Fabio Cannavaro. Manca l’ufficialità, che dovrebbe arrivare nella giornata odierna, ma il nuovo allenatore del Benevento sarà Roberto Stellone, romano, 45 anni, protagonista tra il 2013 e il 2016 del “fenomeno Frosinone”. Li ricorderanno tutti quegli anni scoppiettanti alla guida della squadra ciociara, presa dopo aver vinto uno scudetto Berretti e condotta in due anni dalla C alla serie A.
APPROCCIO. Ieri mattina la telefonata decisiva tra il presidente Vigorito e il tecnico capitolino: l’accordo trovato abbastanza presto, proprio come accade quando entrambe le parti sono disposte a una nuova avventura. Stellone firmerà il contratto che lo legherà al Benevento fino a giugno, ma il rinnovo per altri due anni sarà automatico in caso di salvezza. L’allenatore romano, in caso di firma, dirigerà il suo primo allenamento all’Antistadio, cominciando a conoscere le peculiarità di questa squadra che si è messa nei guai da sola. Il neo allenatore giallorosso, che lo scorso anno portò ad una salvezza tranquilla la Reggina, ha subito una brutta gatta da pelare, con la trasferta proibitiva di Cagliari, dove accuserà le assenze pesanti di Schiattarella e Viviani, che saranno squalificati, oltre a Glik, infortunato.
DOPPIO LAVORO. Ad attendere il nuovo allenatore c’è un lavoro impegnativo. Bisognerà rivitalizzare una squadra che ha il morale sotto i tacchi e renderla magari più “operaia” rispetto al passato. Occorre mettere da parte ghirigori e inutili orpelli e puntare subito a centrare un traguardo che oggi appare minato dal crollo verticale di un gruppo che è sembrato una perfetta illusione tecnica. Sul fronte dell’assetto di gioco, Stellone non è uno che si fossilizza su un solo modulo: ha quasi sempre giocato con una difesa a quattro, ma dipende molto dai giocatori che ha a disposizione e, tanto per citare il recente passato, l’anno scorso a Reggio ha chiuso col 3-5-2, lo stesso che è stato utilizzato da Caserta e Cannavaro nel Benevento. Non gli piace la ripartenza dal basso, né il fuorigioco alto. Sulle palle inattive in genere fa una zona mista: tre o quattro si piazzano in zona, gli altri marcano.
LO STAFF. Stellone arriva con il suo “secondo” Andrea Gennari, mezzala giallorossa nel 2000/01, ma usufruirà almeno per ora dello stesso staff tecnico di Cannavaro (preparatore dei portieri, match analist, preparatore atletico). Non è invece atteso a breve il sostituto di Pasquale Foggia nel ruolo di responsabile dell’area tecnica. Scelto l’allenatore non sembra esserci fretta su questo fronte, anche se si era fatto con insistenza il nome di Filippo Fusco, ex ds del Napoli e amico di famiglia del patròn Vigorito. Se ne parlerà più in là.