L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’impegno dell’Italia in programma il 12 novembre allo stadio Olimpico.
La madre di tutte le partite di qualificazione recenti, Italia-Svizzera, il prossimo 12 novembre, dovrà filare via sul velluto. E prima che sul piano del risultato, su quello del terreno di gioco, dato che ogni dettaglio diventa fondamentale per assicurarsi il pass verso Qatar 2022. Al punto che la sede del match, l’Olimpico di Roma, indicata dalla Figc e dalla Fifa il 15 luglio scorso, potrebbe variare in queste ore, spostandosi a Bergamo o di nuovo allo Stadium di Torino oppure al Maradona di Napoli. E’ diventato un piccolo caso diplomatico quello emerso ieri tra Federazione e Sport e Salute, società che ha assunto anche la gestione dello stadio del Foro Italico, compresa la responsabilità della manutenzione del manto erboso. Qui non si tratta di reiterare le critiche sollevate da Mourinho e Sarri nel recente passato sulle condizioni non adeguate del campo di gioco. La questione riguarda il calendario degli eventi, che prevedono sabato 6 novembre l’atteso test match di rugby Italia-All Blacks, cui seguirà il giorno dopo alle 18 Lazio-Salernitana. Tutto questo a cinque giorni dal big match azzurro, nel periodo dell’anno più piovoso per quanto riguarda la Capitale.
Stamattina all’Olimpico si svolgerà un sopralluogo e una riunione tecnica tra una delegazione federale e una di Sport e Salute, coadiuvata da agronomi e giardinieri. Si valuterà la situazione, si parlerà di eventuale rizzollatura. Poi il presidente Gravina e Roberto Mancini tireranno le somme. Già ieri arrivavano da Palazzo H assicurazioni alla Federazione sulla possibilità di gestire al meglio (come già in passato) i vari eventi (ovviamente c’è un aspetto economico rilevante). Ma resta il fatto della “sorpresa”, diciamo pure contrarietà, registrata in via Allegri per aver appreso l’inserimento di questa data rugbistica solo 9 giorni fa, senza essere stati preventivamente avvertiti, al di là dei contratti in essere (fino al 2022) tra F.I.R e Sport e Salute.
Dovesse rientare l’allarme, Olimpico aperto a 48 mila spettatori (se resta il limite di capienza al 75%). Altrimenti? La Figc ha già contattato l’Atalanta (all’Azzurri d’Italia l’Italia ha giocato il 14 ottobre scorso, 1-1 contro l’Olanda, in Nations League). Qui si potrebbe arrivare a un massimo di 16mila spettatori (un terzo rispetto a Roma) ma appunto il discorso resta aperto. Sono una dozzina le sedi teoriche (Torino, Milano, Bergamo, Genova, Parma, Reggio Emilia, Firenze, Roma, Bologna, Napoli, Palermo), ma per vari motivi ridotte a un altro paio, escluso San Siro dopo i fischi inaccettabili dalla Nazionale a Donnarumma: lo Stadium o il Maradona. All’ex San Paolo l’Italia manca da 9 anni. Il terreno di gioco (garantisce Spalletti) è perfetto, si potrebbe arrivare a 40 mila spettatori (anche se i numeri recenti fatti registrare dal Napoli non sono lusinghieri). Una nuova tappa a casa Juve darebbe molte garanzie e 30 mila tifosi assicurati (erano 20 mila per la finalina col Belgio). Vero che la vicinanza con la Svizzera potrebbe attrarre molti sostenitori avversari (stesso dicasi per Bergamo). Insomma, le variabili sono molte.