L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla presentazione di Iemmello al Catanzaro.
Sarà profeta in patria? Per il momento Pietro Iemmello, catanzarese doc, tifoso giallorosso che per la prima volta in carriera veste la maglia della squadra della sua città, è felice del passo che ha fatto, anche per dare una svolta alla carriera a ventinove anni, scendendo dalla cadetteria (prestito secco dal Frosinone) alla terza serie con tanta voglia di rilanciare una società che non vince da tanti, troppi, anni.
Dichiarazioni concrete, senza effetti speciali nel Iemmello-day, presentato dal dg Foresti e dal ds Pelliccioni. «La società mi ha voluto dimostrandomi quanto tenessero a me, come calciatore e come persona – ha esordito il neo attaccante giallorosso –. Spero di fare la metà di quello che ha fatto Giorgio Corona che era anche il mio idolo, ma per poter vincere ci vogliono tante componenti e non un solo calciatore». Re Pietro, spiega il passo fatto anche col cuore: «La scelta di Catanzaro per me era facile – ha detto il numero 90 giallorosso –, era il mio sogno da bambino e poi, per l’ambizione che ha questa società e per me che nell’ultimo anno e mezzo non ho giocato con continuità, i destini si sono incrociati». L’attaccante conosce meglio di chiunque altro cosa significa l’ambiente giallorosso: «So di cosa è capace questa piazza e il periodo che sta passando. Catanzaro vive di calcio e ha bisogno di una squadra che la trascini, mi aspettavo che la città si risvegliasse col mio ritorno e devo dire che il “Ceravolo” che conosco è un altro e dobbiamo essere bravi noi a far riavvicinare il pubblico. I tifosi hanno capito cosa sta facendo questa società e i progetti che ha, non è come gli altri anni e so che ci sosterranno tornando allo stadio: con i risultati e la passione questa piazza si riaccenderà».
La promessa finale che Iemmello fa ai suoi tifosi è chiara: «Non mi spaventano responsabilità e pressione che a Catanzaro non mancano. Sono cose che mi fanno essere vivo ogni giorno e triplicherò le energie: sono sicuro di quello che dico». Ora la parola passa al campo.