“NON C’E’ TESTA «Siamo deboli mentalmente. Il giochino preferito è quello di mettere in discussione l’allenatore, non è questo che mi preoccupa quanto l’aspetto mentale della squadra. I giocatori hanno un potenziale enorme, importante, per farlo diventare un valore reale ci vogliono più certezze e rimanere ancorati saldamente alle proprie ide, al di là dell’umiltà che non deve mancare. Perché altrimenti non si va avanti. Atteggiamento che non non ho visto e dunque non mi è piaciuto. La responsabilità è anche mia. Ci mancherebbe. Ma abbiamo preso gol in un momento favorevole. E un altro a tu per tu col portiere scaturito da palla persa. Sì, poi Fofanà l’ha messa all’incrocio, bravo lui. Ma non prendiamolo per alibi. Se non si è forti di testa, oggi, non si può stare nel Palermo e in Serie A. Non cerchiamo scuse. Mi prendo le mie responsabilità, è anche una questione psicologica».
E CATTIVERIA IN ATTACCO «Non è solo una questione di mezzi tecnici. Ci vuole maggiore rapidità nel proiettarsi nell’area avversaria. In modo da diventare pericolosi in attacco. Non abbiamo avuto la necessaria cattiveria. Per salvarsi bisogna vincere e per vincere bisogna andare all’attacco. L’equilibrio si può cercare anche quando si ha la palla tra i piedi, non per forza senza. E quando dobbiamo essere più incisivi davanti, non lo siamo. Nel secondo tempo, è andata meglio ma non abbiamo saputo approfittare delle occasioni avute per segnare. Per ora arriviamo nell’area avversaria in maniera debole e in A, così, si fanno pochi gol».
UN CORSO DI AUTOSTIMA AUTOSTIMA? «Non dobbiamo cullarci sulla prospettiva di essere superiori alle dirette concorrenti. C’è necessità di avvertire il valore dell’autostima. In Serie A, quando si perde, ci si deve rialzare subito. Bisogna intervenire per prima cosa sulla testa. Cerco di portare la mia esperienza di calciatore e di vita. Non mi stancherò di ripetere che tutto parte dal cervello. Sono convinto così. Allenare sul campo è più facile. Quando invece il discorso diventa psicologico, bisogna imparare ad ammortizzare il peso di certe sconfitte e a reagire. Quando sono arrivato non vedevo sorrisi o gente convinta dei propri mezzi. Chiaramente i risultati positivi ti aiutano a credere in te stesso e tre sconfitte di fila possono condizionare queste convinzioni. Io non so come finirà, ma ci impegneremo con tutte le nostre forze. Dobbiamo. Metterò sulla bilancia chi ha più autostima e convinzione. Se rivedete il secondo gol, perdiamo palla e siamo a difesa schierata più Gazzi. Per salvarsi bisogna segnare e vincere. Sarà elementare. Ma la vedo così»”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.