Corriere dello Sport: “Hiljemark: «Dai Palermo, scordiamoci le sofferenze! La salvezza è stata dura, vogliamo una stagione di soddisfazioni»”

Oscar Hiljemark è lo svedese meglio vestito del 2016. Non solo una stella del calcio. Senza un pallone trai piedi, sarebbe diventato designer nel campo dell’abbigliamento. La sua storia a Palermo non si è consumata come avrebbe voluto. Pagine ancora aperte di una favola a metà. Convinto dalla sicurezza di Zamparini che aveva voluto per lui la maglia numero 10, quella dei campioni, si è ritrovato nella confusione più totale dopo un avvio leggendario, due gol contro il Milan, seguito da otto cambi di allenatore che per lui non avevano più nomi ma solo numeri: il primo, il secondo, il terzo… La particolarissima stagione rosanero e la panchina in Francia ne hanno rallentato l’ascesa. Dagli Europei Under 21 al Palermo, un anno dopo. «Due grandi emozioni anche se con risultati diversi. Ho giocato molto, è stato un anno difficile per la società e per tutti, ma alla fine abbiamo conquistato la salvezza, con un finale intenso. Traguardo importante per il nostro futuro. Ora proviamo a disputare una stagione che ci faccia dimenticare le sofferenze». La nazionale? «Mi ha dato e mi ha tolto. Un trionfo da capitano con la Under 21, poi il passaggio a quella maggiore: novanta minuti in una amichevole e in Francia solo panchina. L’Europeo è finito, non abbiamo giocato bene, ma contro Italia e Belgio era difficile qualificarsi. Mi aspettavo di entrare, Hamren è il ct del mio debutto in nazionale. Ibra? Top player, esempio per i giovani. Se ho scambiato la maglia con lui? No, no (sorride, ndr). Ora comincio una nuova avventura con la voglia di dare il cento per cento». Palermo trampolino di lancio per Cavani, Dybala, Pastore … «Palermo ha cresciuto autentici fuoriclasse che poi hanno realizzato le loro ambizioni passando in club internazionali. Il primo anno mi è servito per ambientarmi, dimostrare le mie qualità, scoprire cosa avrei potuto fare …». Avvio straordinario con doppietta a Milano. «Sono soprattutto soddisfatto di avere realizzato quattro gol e cinque assist nell’esordio italiano. I gol non si dimenticano però quel giorno siamo tornati a casa con zero punti. La mia soddisfazione è quando si vince». Poi calo di rendimento: perchè? «Non lo so, o meglio lo tengo per me. Abbiamo vissuto una stagione… speciale, con molti allenatori, le prime partite sono state esaltanti. Poi, nebbia. Ci siamo ripresi per conquistare un traguardo di portata storica». Che cosa le è rimasto? «Esperienza. Un anno difficile si è tradotto in un insegnamento produttivo. Con tanti cambi di allenatore nessuno potrà mai dire che non sappiamo adattarci a moduli e situazioni diversi (ride, ndr). E’ chiaro che non è facile trovare serenità quando si riparte continuamente con un nuovo tecnico. Ma il passato è… passato». Aveva mai cambiato allenatore? «Sì, una sola volta con l’Elfsborg, a fine campionato. Era il tecnico della società da sei o sette anni. Mai nel corso della stagione». Con Elfsborg e e Psv lottava per vincere. «Sono giovane e ho già al mio attivo sia il campionato svedese che quello olandese e l’Europeo under 21 con la Svezia. La serie A invece è stata importante per crescere e maturare. Campionato complicato da molta tattica e dal fatto che se vai in svantaggio fai fatica a recuperare. Le motivazioni sono sempre le stesse sia che ti chiami Juve o Palermo». Sembrava in volo per l’Inghilterra. Napoli, Milan, Fiorentina facevano la fila. «Se giochi bene è normale l’attenzione nei tuoi confronti. Se poi qualche club si fa avanti in maniera concreta è compito del mio agente avvicinare Zamparini. Non ascolto le voci di mercato. Il contratto scade fra due anni, sono felice di restare a Palermo. Lo ha detto anche il presidente. Però nel calcio può succedere di tutto». La preoccupa una stagione senza Sorrentino, Maresca, Vazquez, Gilardino? «Giocatori di valore, ma è il nostro mestiere. Vazquez ha statura europea, Gilardino è un ottimo attaccante, bravi anche Stefano ed Enzo. Voglio mandare loro un “in bocca al lupo”. Ma ne sono rimasti altri bravi con i quali fare gruppo per aiutare giovani e nuovi». Fra una settimana, Oscar tornerà a Palermo, nella splendida villa di Mondello e ritroverà la fidanzata Elin e Milo, il piccolo inseparabile cane che con lui entra nei bar per mangiare biscotti e nei ristoranti siede sulle sue gambe. Con le stesse idee di prima e con gli stessi sogni: giocare nei club più titolati, partecipare un giorno alla Champions e ai mondiali. «Alla mia età non mi sento in ritardo per raggiungerli».” Questo quanto si legge nell’edizione odierna del “Corriere dello Sport”.