“Le urla nel silenzio di una giornata che non finiva mai. “Quello che è successo oggi è estremamente grave”. Comincia così il comunicato del suo ufficio stampa. E racconta di una ferita dell’anima, fatta non con le parole, ma con le foto, tante foto. Le “sue”. Lei è Diletta Leotta, giornalista di “Sky Sport” dove si occupa di calcio, fa un programma sulla Serie B che va in onda nei week end. Bella, spensierata, beniamina dei tifosi, sorridente sempre e felice, fino a ieri. E’ stato un giorno di quelli che ti cambiano dentro, in cui ti fai domande, ti chiedi perché. Perché ancora – stavolta è successo a lei che è un personaggio pubblico e fa ancora più rumore – comunque perché. Ieri il telefonino portatile di Diletta è stato hackerato, messo a soqquadro, rovistato e alcune sue foto privatissime di alcuni anni fa sono finite in rete. Immagini personali rubate, portate via e messe su Internet.
Viste da tutti. E la prima cosa che viene in mente – e non pensiamo di esagerare – è il nome di Tiziana, la trentunenne napoletana che si è tolta la vita dopo la diffusione di alcuni suoi video hot in rete. Non deve accadere. E’ un fatto di estrema gravità, inaccettabile anche e soprattutto nell’era dei social, delle condivisioni. A misura d’uomo e donna. Rileggiamo le parole del comunicato, insieme: «Quello che è successo oggi è estremamente grave. Il telefono portatile di Diletta è stato hackerato e alcune sue foto privatissime di alcuni anni fa, in realtà insieme ad evidenti fotomontaggi, in queste ore sono distribuite in rete da moltissime persone. Diletta ha subito sporto denuncia alla Polizia di Stato (Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano) chiedendo che si dia inizio all’azione penale contro chiunque risulti concorrente di tutti i reati perseguibili e cioè della pubblicazione e distribuzione delle foto. Diletta ha subito una gravissima violazione della privacy, è molto amareggiata ma nello stesso tempo indignata e pronta a gestire questa vicenda. Il suo pensiero è rivolto a ragazze più giovani, magari meno solide, cercando di condividere la sua esperienza sul fatto che chiunque distribuisce con leggerezza una foto privata magari di un amico, di una fidanzata o di una ex senza chiedere il suo consenso commette un reato. Questo è ciò che tutti i ragazzi devono avere bene in mente perché una condivisione su WhatsApp o sui social, che non hanno sistemi di controllo dei materiali che transitano su di loro, diventa incontrollabile e senza possibilità di ritorno. E che la denuncia alla Polizia di Stato è la prima cosa da fare». Diletta ha fatto così: ha sporto denuncia per chiedere giustizia. Intanto il web è sceso in piazza e se da un lato l’hashtag #Leotta è inevitabilmente balzato in testa a tutto, dall’altro i commenti di solidarietà nei suoi confronti e di condanna della vicenda hanno continuato per ore ad affollare la rete. Indignata, ferita, Diletta rivolge “il suo pensiero alle ragazze più giovani, meno solide, cercando di condividere la sua esperienza”. Perché il mondo è unico e dentro ci siamo tutti, e alle volte può fare male”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.