L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”, racconta di quanto avvenuto mercoledì nel corso dell’assemblea di Lega serie B e riporta le parole del presidente Mauro Balata. Di seguito un estratto dell’articolo: “Gli strascichi del caso Palermo non accennano a placarsi. Anzi, hanno rischiato di esplodere clamorosamente nell’ultima Assemblea di Lega, mercoledì, durante una seduta interminabile nella quale i regolamenti di conti, minacciati e covati da tempo, sono stati a un passo dal divenire concreti. Se non si è arrivati a una spaccatura insanabile si è dovuto comunque assistere ad attacchi violenti. Che non hanno però fatto breccia. «La maggioranza delle società è dalla mia parte – chiarisce il presidente Mauro Balata che boccia alcune ricostruzioni che hanno prospettato dimissioni imminenti – Nessuna intenzione di dimettermi e nessuna richiesta di farlo. Sarebbe il caos. Ma poi perché mai dovrebbe avvenire ciò? Considerando gli otto club arrivati dalla A e dalla C, c’è una larga maggioranza sulle posizioni che rappresento. Che sono quelle dell’autonomia della Lega, nel rispetto della trasparenza e delle regole e di chi crede nel risultato sportivo del campo. Abbiamo provveduto a impugnare l’accordo sulla separazione dalla Lega di Serie A che risaliva al 2009, anche perché mai onorato e rischiava di andare in prescrizione. Dopo quella sulla trasparenza delle norme e dei controlli, la vera battaglia da fare e su una più equa ripartizione delle risorse. Dobbiamo rivendicare i nostri diritti come Lega, restando compatti» […]”.
In realtà le antagoniste non si sono placate, c’è ancora la rabbia di chi è stato costretto a giocare i play out in precedenza annullati e poi ripristinati in seguito alla penalizzazione del Palermo di 20 punti in classifica. In Assemblea sono riemersi i rancori con Lotito, Mezzaroma, Rossi e Tacopina (rappresentato dal Ceo del Venezia Andrea Rogg). L’intento – scrive il quotidiano sportivo – è quello, evidente, di creare un fronte contro Balata. Obiettivo per il momento fallito: “[…] Osservatore interessato ma senza particolari responsabilità, se non quella di essere il nuovo dg del Palermo, Fabrizio Lucchesi ha parlato di una Lega spaccata e divisa al suo interno. E’ così presidente, Balata? «Non mi sembra proprio, al di là dei soliti noti. D’altra parte i risultati del lavoro svolto sono sotto gli occhi di tutti. Nello scorso campionato, solo dal punto di vista economico, abbiamo distribuito circa 6 milioni di euro di media a club, con un incremento netto di 1,4 milioni. Per non parlare dell’aumento degli spettatori nei nostri stadi (5%) e dello storico utilizzo del Var nei play off e nei play out, prima Lega di B al mondo a sperimentare le nuove tecnologie del Video Assistant Referee». Eppure s’è rischiato il solito cortocircuito per il tardivo processo al Palermo che ha innescato le contrapposizioni che hanno spinto un presidente interessato come Joe Tacopina a parlare di «regole del gioco falsate» e del «trionfo degli imbroglioni». Cosa risponde Balata a queste dure osservazioni che minano la credibilità di questo mondo, soprattutto perché arrivano da un club che ha soci esteri che investono nel calcio italiano? «Se abbiamo nuovamente rischiato un cortocircuito la responsabilità non è della Lega di B. Semmai delle regole che hanno dato adito a interpretazioni contrastanti. Dal primo giorno del mio mandato ho affermato e ribadito che bisogna avere regole univoche, certe, applicabili senza vie di fuga e nei giusti tempi. Oltre a controlli certificati, magari da enti autonomi esterni agli organismi messi a disposizione della giustizia sportiva. Non influenzabili. Per non parlare dei conflitti d’interesse e delle multiproprietà che andrebbero regolamentate. E’ una questione di legalità e di trasparenza, valori a cui si ispira la mia Lega. Altrimenti il sistema non è più credibile»”.