“Gli Americani a Cesena. Adesso occhio al Palermo”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sugli americani interessati al Cesena e occhio al Palermo, scrive il quotidiano.
La notizia, circolata in Italia nel corso dell’ultima riunione di Lega, ha trovato sponda a New York, dove è filtrato ottimismo. Ad attrarre gli investitori non sarebbe solo la storia del Cesena, con una lunga esperienza in A, e il pubblico – duemila abbonamenti anche in questa stagione – ma la presenza di strutture, come lo stadio, e di sponsor di alto livello, come Orogel, oltre a partner internazionali tipo TechnoGym, conosciuta anche a Hollywood. Per bacino di utenza e risorse, il Cesena è al primo posto tra i club su cui si sono concentrate, negli ultimi mesi, le attenzioni dei gruppi finanziari. In questa fase storica ci sono holding in possesso di molta liquidità da investire. Il calcio italiano attrae perché ha tradizione, potenzialità, costa poco, molto meno di un club di Premier, ma può produrre ritorni finanziari e di immagine. I presidenti dicono sempre che il calcio è una rimessa, eppure fanno la fila. Molti sono attratti dall’idea di accedere al grande affare dei nuovi stadi, ma nel caso della società romagnola sarebbe la ricchezza del territorio e la presenza di molti brand vicini al club. E’ il nome più ambito ma non l’unico.
Almeno altre dieci società sono nel mirino degli americani. Una lista di nomi di club circola, da un anno, tra gli investitori e il Corriere dello Sport ha avuto modo di leggerla. Vengono citate Ravenna, Pistoiese, Lucchese, Mantova, Pescara, Lecco, Foggia, Cavese, Catanzaro, Taranto. Accanto a ogni nome c’è una valutazione di massima. Quella più bassa parte da circa due-tre milioni. Tra le società che potrebbero vedere l’ingresso di nuovi azionisti c’è anche il Palermo, che ha avuto in passato un imprenditore italoamericano di New York, Tony Di Piazza. Tre anni fa un broker di Wall Street per conto di una holding della Florida disse che in Italia “tutti i club erano in vendita, tranne la Juventus”. Sembrava la classica enfasi americana.
I fatti gli hanno dato ragione. Imprenditori che arrivano dai settori più diversi, telecomunicazioni, resort, produzioni vinicole, fondi di investimento, cinema, hanno visto nell’Italia la stessa cosa: un mercato in ascesa. C’è molto da ricostruire, a cominciare dal marketing, l’accoglienza negli stadi, e la comunicazione considerati a livello ancora amatoriale, ma il dna dell’Italian Football sta cambiando. In Serie A un club su tre è in mano nordamericana: Milan, Roma, Bologna, Fiorentina, Spezia, Genoa e Venezia. In Serie B Parma, Pisa, Ascoli, Spal. Se l’accordo per il passaggio del Cesena agli americani verrà messo nero su bianco, come i colori del club, l’Emilia Romagna diventerà la regione più americana d’Italia.