“Dal Vichingo a Nestorovski, quasi 85 anni di grandi protagonisti, calciatori straordinari che Palermo ha ammirato per poi vederli quasi sempre scappare via, ma dimostrando comunque di essere uno dei palcoscenici principali della nostra serie A. Alcuni campioni sono ingialliti nel tempo ma anche per questo sono entrati nel mito rosanero. Vediamone una rassegna. TEMPI D’ORO. Carlo Radice fu il primo idolo, straordinario cannoniere superato in termini di gol solo da Miccoli, 69 anni dopo. Nato a Monza, soprannominato Il Vichingo per via delle guance rosse, gli occhi verdi, i capelli biondi e la fisica, portò il Palermo in A. Poi uno scandalo lo coinvolse: una relazione extra-coniugale ne pregiudicò il rendimento e mise nei guai famiglia e società. Cestmir Wycpalek boemo di Praga, fu il primo giocatore straniero in serie A a vestire la fascia di capitano e a segnare una tripletta in A, con la Roma nel 1949. Ma Cesto, Zio di Zeman e allenatore scudettato con la Juve, è anche storia, favola e leggenda del Palermo: ha vissuto sempre a Mondello, con alterne vicissitudini fra cui la tragedia del figlio morto nel disastro aereo di Montagna Longa. Nel 1950, ecco il più grande genio e sregolatezza della storia palermitana un autentico fuoriclasse: Helge Bronée, acquistato con assegno personale dal principe Lanza di Trabia. Helge confermò campione ma non riusci ad evitare a Milano la più umiliante sconfitta di tutti i tempi: 9-0. Altro regalo del principe, incantato dalla raffinata eleganza dell’attaccante, l’argentino Enrique Martegani, seguito poco dopoda un altro connazionale entrato a vita nel cuore dei tifosi: Ghito Vernazza. TEMPI MODERNI Con Zamparini, il Palermo ha rivissuto antichi fasti. Nella prima fase giocatori capaci di far fare alla squadra un salto di qualità tecnico (Zauli, Asta, Toni, Corini, Amauri) poi la nuova filosofia: portare alla Favorita talenti non ancora sbocciati per valorizzarli. Prima gli italiani diventati campioni del Mondonel 2006 (Zacrardo, Barzagli, Barone, Grosso), quindi i sudamericani scovati con fiuto e abilità e rivenduti a suon di plusvalenze, dopo però avere deliziato il pubblico palermitano. Con Cavani e Past0re il Palermo sfiorò nel 2010 l’ingrsso in Champions, l’anno dopo col Flaco, Hernandez e lo sloveno Ilicic la finale di Coppa Italia; in mezzo le prodezza dell’italianissimo Miccoli, tuttora miglior marcatore rosanero di ogni tempo. Anche nel recente periodo di riflessione, il Palermo si è regalato gioielli come Dybala e Vazquez, capaci di incantare le folle. Fino all’odierno Nestorovski che, pur con caratteristiche diverse conferma la capacità del Palermo di saperaccogliere giocatori di primissimo livello”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.