“Il Palermo è tornato a vincere. E’ tornato a sperare. Consapevole che non sarà facile. Ma dentro a questa speranza c’è la grinta, c’è l’esperienza, c’è la rabbia della sua vecchia guardia. Le parole di Alberto Gilardino sono per qualcuno. E questo è un Palermo che non smette mai di avere conti in sospeso con qualcuno. Ora serve concentrazione per provare a ribaltare un destino che sembrava quasi scritto, ineluttabile. «Abbiamo dimostrato di essere vivi, non ho più voce perché questa partita per noi contava tanto e complimenti ai miei compagni, per quello che abbiamo fatto, perché abbiamo dimostrato di avere le palle. Siamo vivi e questa è la cosa più importante. Ci aspettano altre finali, ma l’importante era battere il Frosinone, su un campo difficile. Ce l’abbiamo fatta» IL MESSAGGIO E L’APPELLO. C’è l’anima italiana che scorre dentro questa vittoria: L’anima di Sorrentino, Maresca, Gilardino. L’attaccante non si fa pregare. «Siamo molto felici di aver dato una risposta sul campo, dopo tante parole, di tanta gente. Parlano tutti in questo periodo: ex allenatori, ex giocatori, tutti che commentano. Noi volevamo dimostrare sul campo che siamo ancora vivi. Nonostante i nostri 30 anni e oltre, combattiamo, lottiamo su ogni pallone e facciamo gol». E ora tutti al Barbera. Gila chiama i tifosi. «Sì, non vincevamo da tante partite e questa vittoria è per i tifosi palermitani che ci hanno seguito fino a qui (erano quasi 150) e per tutta Palermo, che spero domenica riempia lo stadio “Barbera”, perché abbiamo bisogno di loro. IL CHIARIMENTO. Ha parlato anche Sorrentino. Tutto chiarito con Ballardini dopo il litigio del… primo atto? «Sì, sicuramente. Purtroppo sono stati fatti degli errori, però adesso dire di chi è la colpa non è giusto e io dico sempre che la croce si fa con due bastoni. A questo punto, lui sa cosa ci siamo detti e sa tante cose, e quindi era giusto chiarirci ed era giusto ripartire tutti insieme per il bene di questa squadra, di questa società e di questa città». Si riparte da una vittoria. «Una vittoria importantissima, abbiamo dato dimostrazione del fatto che ce la giochiamo sino alla fine. Probabilmente, inconsciamente, tutti questi cambi di allenatore ci sono serviti a trovare degli alibi. Ho sentito in questi mesi, in cui ho cercato di parlare meno possibile, riferimenti a “squadra degli italiani”, “squadra degli stranieri”, “vecchi” e “giovani”. Qua c’è il Palermo. Punto. C’è da difendere una città, da difendere dei colori e soprattutto c’è da difendere la Sicilia intera, che deve rimanere in Serie A. E per questo spero di vedere il Barbera pieno contro la Samp». NESSUNA RESA. Roberto Stellone è arrivato in sala stampa e ha analizzato la partita così: «Devo ringraziare per prima cosa un pubblico straordinario che oggi ha fatto davvero qualcosa di inatteso e speciale appaludendoci e acclamandoci alla fine. I ragazzi sono tristi, purtroppo nel nostro momento migliore il Palermo ha sbloccato la gara. Quello che penso è che la matematica non ci condanna e che abbiamo il dovere di giocarci le tre partite che mancano dando tutto. E credendoci sino alla fine». Il tecnico parla di Rocchi («ha arbitrato bene») anche se un dubbio sul gol di Gila («ho visto le immagini, c’è un leggero fuorigioco») rivisto fa vedere come in realtà l’attaccante del Palermo fosse in linea con Pavlovic. «Nel primo tempo entrambe le squadre erano contratte, ma poi il Frosinone per come è andata e per le parate di Sorrentino ha dimostrato di meritare il vantaggio». Non è bastato. Dal Matusa esce vittorioso il Palermo”. Questo quanto riportato dall’odierna edizione de “Il Corriere dello Sport”, in merito al successo per 2-0 del Palermo in casa del Frosinone.