“Difesa attenta e ripartenza veloce. Subito nel cuore della difesa avversaria per arrivare al gol. Come se la partita che vede coinvolto il Bari nel tribunale della giustizia sportiva si giocasse sul prato del San Nicola. Giancaspro è un fiume in piena. Si difende e attacca. «Nessuno si può permettere di dire e di scrivere che questa società non ha pagato le tasse. E’ tutto certificato – dice sventolando un plico di documenti». Oltre cento minuti di parole per ribadire l’estrema correttezza della sua gestione e lanciare strali a destra e a manca. «Approfondirò con i miei legali alcune situazioni che giudico strane e che ho già provveduto ad esternare in Assemblea di Lega – dice – Avevamo chiesto di anticipare al 15 maggio il giudizio che ci vede coinvolti e invece il Tribunale federale ha deciso di rispettare i suoi tempi, per poi essere informato dalla Procura federale dell’esistenza dei play-off . Il Bari non ha commesso alcun errore».
I CONTI. Una gestione onerosa. Dal dopo Paparesta ad oggi si sono volatilizzati fiumi di denaro per far fronte alla gestione del Bari. «Abbiamo subito una perdita di circa sedici milioni – asserisce Giancaspro – Tutti ripianati dal sottoscritto, socio di maggioranza di questa società. E il piano di risanamento continua. Non posso fermarmi, nonostante il fango e le maldicenze che vengono lanciate su di me in maniera anonima. Nonostante queste cifre. Nonostante tutto». Ed ora, a dispetto di quello che ha decretato il campo, ecco un Bari costretto a subire la penalizzazione di due punti. Giusto quelli che sono serviti, nel primo grado di giudizio, per invertire il campo di gioco con il Cittadella a cui basta ora anche un pareggio per andare avanti e giocarsi la semifinale con il Frosinone. «In ogni campo della Giustizia – continua Giancaspro – ci sono sempre tre gradi di giudizio che nel nostro caso non possono essere evasi in una settimana. Una follia. Ci sentiamo danneggiati da ogni punto di vista. Rischiamo faccia e capitali per poi essere costretti ad organizzare un evento sportivo in poche ore. Presumendo che il secondo grado di giudizio venga emesso venerdì prossimo abbiamo poche ore per predisporre una corretta organizzazione dell’evento. Sia che si giochi al San Nicola, sia che si giochi a Cittadella».
LA SFIDA. Bari sesto con sessantasette punti, Cittadella settimo con un punto in meno. Questo è quello che aveva detto il campo al termine della stagione regolare. «Ed era questa la classifica che ci competeva e che ci siamo meritati anche se con qualche rimpianto – ribadisce Giancaspro – Il campo deputato a giocare questo spareggio doveva essere il San Nicola. Avevamo una squadra in piena forma. Questo non significa che non lo saremo domenica prossima, ma è indubbio che i nostri avversari abbiano avuto un vantaggio. Se verrà confermato che domenica dovremo giocare al “Tombolato” di Cittadella sto anche valutando di chiedere di disputare la partita in uno stadio che possa contenere molti spettatori in più. Per esempio Padova o a Vicenza che mi sembrano più idonei ad ospitare il nostro match. Per rispetto dei nostri tifosi ed anche per una maggiore possibilità d’incasso visto che alla squadra ospitata spetta il 30%».
RICORSO IN APPELLO. Insomma, nonostante la dura contestazione dei tifosi e gli striscioni contro apparsi in città e la penalizzazione subita in classifica, in attesa dell’appello che verrà presentato oggi dall’avvocato Mattia Grassani in Corte d’Appello Federale, Giancaspro non molla e crede ancora in un Bari da A”.
Questo quanto scrive l’edizione odierna de il “Corriere dello Sport” sulla vicenda della penalizzazione del Bari e vengono riportate anche le parole del presidente che ieri è intervenuto in conferenza stampa.