Corriere dello Sport: “Già più di venti manifestazioni d’interesse per il club. Chelsea, Abramovich chiede 3,6 miliardi”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Chelsea e le manifestazioni di interesse per rilevare il club.
È il Raine Group, finanziaria statunitense con sede a New York, a gestire per conto del Chelsea le espressioni di interesse da parte dei possibili acquirenti del club messo in vendita dal patron Roman Abramovich. E a quanto risulta, sono in molti a bussare alla porta. Più di venti a quanto pare, pronti a esaminare i bilanci del club. Non significa, ovviamente, che arriveranno più di venti offerte ma significa che il Chelsea fa gola a molti. Del resto, stiamo parlando di un club che dal 2003 ad oggi ha vinto cinque Premier League, due Europa League e due Champions League, situato in una delle maggiori capitali europee, non lontano dal centro, che è diventato un brand a livello mondiale, capace – e questo è importante – negli ultimi anni (al netto della pandemia, ovviamente) di pareggiare i conti o comunque andarci molto vicino.
valutazione. Abramovich chiederebbe 3 miliardi di sterline, circa 3,6 miliardi di euro. Più del triplo rispetto al primato attuale per la cessione di una società di calcio. E il numero di investitori individuali capaci di mettere assieme una tale cifra – o anche andarci vicino – è naturalmente esiguo. Per questo il primo ad uscire allo scoperto, lo svizzero-americano Hansjorg Wyss, ha spiegato che farà parte di una cordata con altri 6 o 7 investitori, tra cui Todd Boehly, statunitense già proprietario dei Los Angeles Dodgers. Probabilmente anche se dovessero entrare fondi o private equity, lo faranno mettendo insieme le forze. Perché 3,6 miliardi di euro sono veramente tanti. (Una boutade, sembra, l’autocandidatura dell’ex-campione di MMA Conor McGregor, che ha espresso il suo interesso via social). Chiaro che se 3,6 miliardi sono la richiesta, l’offerta è un’altra cosa. Secondo alcuni, il valore reale è piu vicino ai 2 o 2,5 miliardi di euro anche perché il Chelsea ha un debito verso lo stesso di Abramovich di quasi 2 miliardi di euro. Il suo comunicato è ambiguo in merito, ma appare improbabile che il magnate russo rinunci all’intera cifra. Anche perché egli stesso ha detto che vuole destinare il ricavato netto dalla cessione a una fondazione di beneficenza per le vittime della guerra in Ucraina.
asset. Quanto alle voci secondo cui Abramovich stia cedendo tutti gli asset inglesi per evitare che vengano congelati dal governo britannico come sanzione per la guerra in Ucraina, vanno fatte tre considerazioni. Primo, Abramovich al momento non è nella lista degli indagati (a differenza di Alisher Usmanov, finanziatore dell’Everton). Secondo, come ha rivelato il Times, congelare gli asset di oligarchi per presunti legami con Putin è una procedura lunga e difficile (tanti mesi, se non anni). E, terzo, se l’intenzione è di sbloccare un po’ di denaro, perché dare tutto in beneficenza? Insomma c’è ancora molta chiarezza da fare. L’unica cosa certa è che, come ha confermato l’amministratore delegato della Premier League, Richard Masters, il calcio inglese è pronto ad accogliere un nuovo proprietario e a volte bastano «anche solo dieci giorni» per essere approvati.