Corriere dello Sport: “Ghirelli-Gravina l’asse: il calcio deve cambiare”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma su Ghirelli e Gravina e sulla riforma del calcio.
Chiamiamole fibrillazioni. Sono soltanto piccole scosse quelle registrate sull’asse Gravina-Ghirelli, storicamente alleati e persino legati da ruoli affini (sono presidente e vicepresidente Figc) e carriere incrociate (il primo ha preceduto il secondo alla guida della Lega Pro, gestita in perfetta identità di vedute). Al centro del dibattito c’è il nuovo format pensato dalla Serie C, con 6 gironi da 10 squadre divisi secondo criteri di territorialità, una seconda fase spacchettata in poule promozione (accedono le prime 5) e poule salvezza (le ultime 5) e infine playoff e playout. Il tutto per rendere più spettacolare, vendibile e avvincente il terzo campionato d’Italia.
Dopo il consiglio federale di lunedì, Gravina si è espresso così sul format: «Se questo serve per una fuga in avanti dico già che non va bene. Non è la riforma definitiva del calcio italiano. Dobbiamo ragionare come sistema». La proposta arriva nei giorni in cui la Federcalcio ha chiesto alle leghe (A, B, C e Dilettanti) di riunirsi per produrre, entro la fine dell’anno, un documento di “riforma del calcio” che fosse condiviso. Fin qui le componenti non si sono nemmeno incontrate e se non dovessero farcela, o dovessero proporre la cosiddetta “riformina”, Gravina riprenderebbe il comando delle operazioni. Il presidente federale avrebbe dunque utilizzato quella risposta sulla possibile formula della C per mandare un avviso ai naviganti, cioè a chi pensa che sistemare le formule sia sufficiente per risolvere i problemi del pallone. Non si tratterebbe dunque, secondo quanto filtra, di un attacco rivolto a Ghirelli, con il quale lo stesso Gravina ha avuto un colloquio telefonico (chiarificatore, sostengono le parti) nelle ore successive.
Il numero uno della Lega Pro ieri ha affidato la sua versione a un comunicato: «La nostra proposta è talmente duttile e flessibile che non preclude alcuna soluzione di riforma dei campionati». Oltre l’incipit, un inciso per chiarire la solidità dell’asse con Gravina: «Se in qualsiasi parte delle istituzioni calcistiche si pensa che la mia proposta possa essere una fuga in avanti per inficiare la riforma dei campionati – ha aggiunto – allora si risolve in modo semplice: proporrò di spostare l’inizio del cambio della formula al campionato 2024/2025. Se si legge bene, era già previsto».
Sul fatto che la riforma non sia un problema di numeri sembrano tutti d’accordo: «Tagliare 20 squadre (riferimento ovvio a uno degli attuali gironi della C, ndc) inciderebbe per 20-30 milioni su un deficit complessivo del calcio da 1,2 miliardi» ha spiegato Ghirelli. Intervenendo da Potenza, dopo la visita istituzionale al CR Basilicata, il presidente federale ha provato a chiudere il caso: «A me dispiace che qualcuno cerca di creare strumentalizzazioni. Ho un ottimo rapporto con Ghirelli, è un’ottima iniziativa la sua ma qualcuno vuole far passare quell’idea di rielaborazione con la riforma stessa. La riforma che ho in mente è molto più complessa e articolata, che non esclude quell’idea. Anzi, la apprezzo perché dimostra che c’è fermento e voglia di cambiare». Venerdì mattina i due avranno modo di continuare a dialogare nell’evento in Figc “Giocare insieme – il calcio come modello d’integrazione tra rifugiati e comunità locali”.