“C’è una nuova generazione, che pensa in grande e sogna a tinte azzurre. Possiamo chiamarla generazione 2022, spostando il nostro orizzonte temporale (e geografico) fino al Mondiale in Qatar, che si giocherà da qui a cinque anni. A quel punto, il nostro calcio avrà messo in congedo, certamente, quelle “classi” che oggi rappresentano l’architrave della nostra Nazionale, la spina dorsale di una squadra che con Ventura sta giocando per qualificarsi a Russia 2018 e che poi, tra tre anni, dovrà affrontare la lunga sfida di Euro 2020, il primo torneo continentale itinerante. Si è spesso detto in questi ultimi anni che c’erano pochi italiani da tenere presente per una chiamata in Nazionale. E i club si erano a loro volta costruiti un bell’alibi: non facciamo giocare italiani, dicevano, perché in giro ce ne sono pochi bravi abbastanza da meritare la Serie A. Tutto superato. Perché le società hanno cambiato mentalità, da una parte. Perché una nuova ondata azzurra sta invadendo il nostro campionato, magari arrivando dalla B, dall’altra. Quei ragazzi che oggi hanno non più di 25 anni saranno nel pieno della maturità per il ciclo di Eur2020 e, quando ci sarà da volare a Doha, saranno al massimo trentenni, dunque i senatori intorno ai quali costruire il gruppo mondiale. I baby azzurrabili spingono, magari sono già protagonisti in campionato, o si stanno facendo largo, e molti hanno trovato negli stage di Ventura l’occasione per mettersi in mostra. Un bel segnale. FUTURI SENATORI. Dicevamo dei futuri senatori. Possiamo già pensare a un po’ di nomi: Verratti, Immobile, Insigne, Florenzi, El Shaarawy, lo stesso Bonaventura, che andranno ad aggiungersi a quei leader come Bonucci che oggi piano piano si avvicinano ai trenta. Bene, se mettiamo da parte quei giovani già protagonisti affermati, possiamo provare a costruire due possibili formazioni rigorosamente made in Italy dall’età media molto, molto bassa. Un giochino, sono solo due delle molteplici combinazioni possibili. Però rende bene l’idea di quanto sia ricco il bacino di giocatori tra i quali selezionare i futuri pilastri della Nazionale. UNA… UNDER 21. Da dove cominciamo? Donnarumma tra i pali, e parliamo del titolare del Milan e dell’erede designato di Buffon. Difesa con Zappacosta, Rugani, Romagnoli e De Sciglio; un centrocampo con Baselli, Gagliardini e Cataldi; la fantasia di Bernardeschi e Berardi alle spalle di Belotti. Bene: questi undici giovanotti sono praticamente tutti titolari nei rispettivi club e se giocassero insieme nella stessa squadra, certamente lotterebbero per le primissime posizioni. A parte la valutazione complessiva (è già un undici “stellare”, viste le quotazioni attuali di mercato), c’è un dato che deve far riflettere: l’età media di questo undici, oggi, è di 21,1 anni. Questa squadra in blocco al Mondiale del 2022 si presenterebbe con una carta d’identità invidiabile: 26 anni di età media.
UNA… UNDER 20. Vogliamo provare ad abbassare di un anno l’età media? Andiamo su nomi ancora più nuovi. Da Scuffet tra i pali a un attacco con Petagna e Chiesa jr innescati da Mandragora (che sta per tornare in campo e merita un grande in bocca al lupo), passando per una mediana formata da Barella, che a Cagliari è una certezza, il milanista Locatelli e Pellegrini del Sassuolo, uomo mercato. E dietro? Conti e Barreca sulle fasce, il futuro bianconero Caldara e quell’Alex Ferrari che ha giocato fino a gennaio a Bologna. Età media: 20 anni e mezzo. Il futuro è loro, il futuro è d’oro”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.