L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul futuro della Lega.
Una candidatura sotto traccia. Tutto lascia credere, infatti, che il nome di Abodi non entrerà nei giochi per la presidenza della Serie A già nell’Assemblea di domani. La scelta, insomma, sarebbe quella di capire innanzitutto cosa ne sarà di Lorenzo Casini e poi di muoversi di conseguenza. Del resto, la partita appare ristretta a questi due nomi, con quelli di Bini Smaghi e Masi oramai finiti nell’angolo. Ancora non è chiaro, però, se ci siano 11 club disposti a votare per l’uno piuttosto che per l’altro.
Ecco perché la prospettiva di un commissario (c’è tempo fino al 24 marzo per l’elezione) resta concreta. Ed è normale pure che, in questa fase, continuino a prevalere le strategie. La figura di Abodi è la new-entry della scorsa settimana. Hanno pensato a lui, in prima battura, Cagliari e Torino. Poi si sono aggiunte Inter e Milan, ricostituendo in sostanza il fronte che appoggiava Bonomi, prima della rinuncia, seppure con la Juventus in posizione più “neutrale”.
La speranza di questo fronte, vale a dire quello degli anti-Lotito, è che la votazione di domani si concluda con un’altra fumata nera e quindi con un Casini bruciato. A quel punto, Abodi avrebbe di fatto campo libero. Da ricordare che Abodi è l’attuale presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo e il suo mandato è stato prorogato fino al 31 dicembre. Sarebbe disposto a rinunciare in caso di elezione in via Rosellini, tanto che avrebbe già chiesto un parere all’Anac. Su questo fronte, però, si rischia la battaglia, visto che i Lotitiani già spingono per l’inelegibilità, raccogliendo elementi in questo senso.