L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul punto del campionato di B e sul Palermo rimodulato.
Per fortuna non c’è più spazio per raccontare l’ennesimo fallimento di una società di calcio, questa volta travolta dai tentativi fantasiosi di ristrutturare debiti pregressi e dal conflitto temerario innescato con la Figc con la pretesa di prevaricare l’autonomia dello sport. Il clamoroso caso Reggina farà però scuola e gli sforzi compiuti per farlo capire ai diretti interessati, si spera, possano diventare un insegnamento per tutti. Senza cultura d’impresa e senza il rispetto delle regole non si va da nessuna parte.
Per fortuna, il Vento del Sud porta con se anche buone notizie. Intanto, c’è la forza d’urto del Palermo rimodulato da City Group con cospicui investimenti sul mercato e riassemblato da Corini per la A. Nello scorso torneo i rosanero si erano fermati alle soglie dei playoff dove approdò Pippo Inzaghi con la sua Reggina mortificata da una penalizzazione, mai dal campo. Stavolta non saranno ammesse esitazioni e lo scenario non sembra contemplare altre anomalie. Ma la concorrenza è agguerritissima. Si candida tra le grandi il Catanzaro di Vivarini che batte all’Euganeo di Padova il Lecco, altro protagonista suo malgrado dell’estate dei veleni.
Una gara avvincente e interminabile che permette ai giallorossi di Re Pietro Iemmello di issarsi in vetta con i manzoniani orgogliosi sino a inseguire una duplice rimonta. Poi il ritorno dei calabresi non dà scampo alla squadra di Foschi, comunque con lo spirito giusto per fare bene in B, categoria guadagnata con merito a distanza di 50 anni. Insomma, battaglia totale. Finisce diversamente l’incrocio tra Brescia e Cosenza che solo pochi mesi fa era costato la categoria a Cellino. Caserta cade e chiude in dieci e le Rondinelle possono festeggiare il ripescaggio. Bari indenne in casa della Ternana ma deve ringraziare un palo e Brenno se evita il peggio dopo aver provato a giocarsela. Primo punto per Lucarelli dopo 3 ko. Si annullano Ballardini e Pirlo che danno vita a una gara spigolosa e, dopo aver rischiato entrambi di vincere, debbono accontentarsi di un pari striminzito che lascia Cremonese e Sampdoria in quel terreno di mezzo che certifica solo una partenza lenta. Niente di più.