Corriere dello Sport: “Foggia retrocesso, ma vuole i danni. Le ultime”

Il Foggia, retrocesso in serie C sul campo, è stato strapazzato senza una ragione plausibile come il Tar e il Collegio di garanzia del Coni hanno stabilito. Perciò adesso è passato al contrattacco. Il Foggia vuole capire il perché di tutto questo accanimento. Al punto che di programmi per la prossima stagione non se ne vuol sentir parlare nell’entourage rossonero: questa stagione deve ancora finire per il Foggia e i playout fra Venezia e Salernitana non c’entrano nulla. «Noi non molleremo di un millimetro – ripete come un disco il presidente Lucio Fares – devono dirci perché non ci hanno fatto giocare i playout, quando eravamo a tutti gli effetti quart’ultimi con la retrocessione del Palermo ratificata all’ultimo posto. Ci sono due decisioni che lo attestano: il Tar ha accolto la nostra richiesta di sospensiva del provvedimento assurdo del 13 maggio che annullava i playout. Poi anche il Collegio di garanzia del Coni ci ha dato ragione. E il presidente della Figc ha avallato questa impostazione. Perchè accanirsi contro di noi? Qualcuno ce lo dovrà spiegare». Stando a quanto riferito dall’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”, il Foggia vuol chiedere i danni, l’11 giugno il Tar affronterà nel merito la decisione già assunta in via cautelare. Il Comune di Foggia invece è già passato alle vie di fatto, sporgendo querela già depositata alla Procura della Repubblica di Roma nei confronti della Lega di Serie B e del presidente Balata. L’avvocato Michele Curtotti, che agisce su mandato del sindaco di Foggia, Franco Landella, spiega perchè: «Denunciamo la Lega di serie B per abuso d’ufficio. La natura pubblicistica dell’organo federale è nei fatti: amministra milioni di euro in diritti televisivi, è al centro di un sistema che coinvolge migliaia di tifosi. Noi agiamo in nome e per conto dei tifosi rossoneri che da questa vicenda veramente grottesca si sentono traditi e umiliati». La battaglia del Foggia dunque è su due fronti, paradossalmente l’unica società ad aver accettato il verdetto sul campo è stata martoriata da una serie di decisioni in contraddizioni. A tutto c’è un limite. Il “no“ ai playout il danno più eloquente: «Una ferita aperta nell’animo di tutti i tifosi e di una società che ha cercato con molta fatica quest’anno di superare una stagione difficile. Il nostro movimento sportivo – chiosa Fares – non lo meritava. Siamo tra le poche società ad avere un seguito di pubblico in trasferta a livello di squadre di serie A. Lo facciamo anche per tutelare il nostro popolo».