L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” riporta una svolta significativa emersa dall’assemblea straordinaria della Federcalcio tenutasi a Fiumicino, che ha evidenziato una profonda spaccatura all’interno della Lega di Serie A. Lo statuto della FIGC è stato modificato con un’ampia maggioranza (83,3% di voti favorevoli), mentre il fronte dell’opposizione – guidato da figure come Lotito, De Laurentiis e Cairo – si è trovato in netta minoranza, con soli otto club della Serie A contrari.
Il presidente della Lega di Serie A, Lorenzo Casini, ha espresso rammarico per l’astensione di dodici club su venti, un segnale che mostra una mancanza di supporto verso l’opposizione interna. Questo atteggiamento suggerisce una spaccatura che lascia Lotito e altri esponenti del fronte oltranzista isolati. Juventus, Inter, Roma e Atalanta, insieme ad altri club con proprietà straniere, hanno preferito schierarsi a favore della FIGC, dando il loro appoggio alle proposte di Gravina. Questo esito mette in discussione il senso di una battaglia politica che non ha trovato l’unità sperata dalla minoranza.
Casini ha definito questa divisione come “un’occasione persa,” riflettendo su una situazione che, secondo l’amministratore delegato della Serie A Giuseppe Marotta, richiederebbe un dialogo più costruttivo e meno conflittuale. Intanto, il ministro dello Sport Andrea Abodi ha espresso il desiderio che questo momento di tensione possa evolversi verso un confronto sereno e costruttivo, necessario per l’ammodernamento della Federcalcio e del calcio italiano in generale.
Sul piano tecnico, la nuova struttura dello statuto prevede un riequilibrio delle quote di rappresentanza: la Serie A vede aumentare la sua percentuale dal 12% al 18%, ottenendo un rappresentante aggiuntivo nel consiglio. La Lega Pro, invece, accetta una riduzione della sua rappresentanza in cambio di investimenti nei vivai e il supporto alla riforma Zola. Questo nuovo assetto, sostenuto da una larga maggioranza, rappresenta un segnale di compattezza attorno alla figura di Gravina, che non ha ancora ufficializzato una ricandidatura per la presidenza della FIGC.