L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulle parole di Mattia Felici rilasciate ieri in conferenza stampa.
L’ufficialità è arrivata il 5 gennaio: Mattia Felici è di nuovo un giocatore del Palermo. Con quale spirito torna? Le parole pronunciate ieri in conferenza stampa dal neo-acquisto rosanero sono la chiave attraverso la quale è possibile aprire il suo bagaglio interiore e scoprirne il contenuto.
L’esterno offensivo classe 2001, che nella stagione 2019/20 interrotta ad un certo punto dalla pandemia ha contribuito alla promozione in C dei rosa con 25 presenze e uno score di 4 gol, 3 assist e 5 rigori procurati, si prepara ad affrontare questa nuova esperienza con rinnovate ambizioni ed entusiasmo: «Si sapeva che sarei stato ceduto in prestito perché a Lecce c’era poco spazio – ha esordito – mi seguivano altre squadre di serie C ma l’unico posto dove volevo andare era Palermo. Qui conosco ambiente, dirigenti e tifosi e questo aspetto mi ha spinto a tornare».
La voglia del club di puntare in alto coincide con le motivazioni di un ragazzo intenzionato ad uscire definitivamente dal cono d’ombra nel quale, per cause di forza maggiore, è rimasto imprigionato nell’ultimo anno e mezzo: «Ho avuto un paio d’infortuni (nel novembre del 2020 è stato operato in seguito alla frattura del quinto metatarso del piede destro e nel giugno 2021 è stato sottoposto ad un intervento per la stabilizzazione della spalla sinistra, ndr) e adesso mi auguro che le cose vadano meglio. Dopo un anno e mezzo in cui ho giocato davvero poco (65 minuti con il Lecce nella prima parte di questa stagione di cui 4 in Coppa Italia e 61 con la Primavera, ndr) non vedo l’ora di tornare in campo ed essere sempre a disposizione. Non conosco questo campionato ma ho parlato con molte persone che l’hanno frequentato e mi hanno detto che la C è dura. Spero di riuscire a dare il cento per cento in tutte le partite».
SCENARI. Felici arriva dal Lecce in prestito biennale con diritto di riscatto e controriscatto. Formula che gli consente di “ragionare” da giocatore del Palermo anche in prospettiva: «Sono metà rosanero e metà del Lecce, io spero solo di fare bene. In futuro mi vedo in entrambi i club ma non sono io a decidere. Se il Palermo dovesse riscattarmi mi andrebbe bene, altrimenti torno a Lecce. Per me è indifferente». Il presente, condizionato dall’emergenza Covid e a questo proposito ieri erano solo 7 gli effettivi che nel pomeriggio si sono allenati a Tommaso Natale, fa rima in ogni caso con Palermo: «Ho parlato con il mister (Silvio Baldini, ndr) e mi sono bastati tre allenamenti, svolti ad altissima intensità, per capire che persona è. E’ un tecnico tosto, ci fa lavorare tanto ed è esattamente ciò che mi serviva. Sensazioni? Per i 90 minuti serviranno una-due partite ma mi sento benissimo e al top della forma».