L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla Formula 1.
Nella notte del Bahrain la Ferrari rossa e nera è una fragola intinta nel cioccolato fondente, una delizia quasi dimenticata, il recupero di un sapore confinato nei ricordi.
Il maitre chocolatier è Charles Leclerc, lui a portarla in pole position, il che guardando all’indietro vuol dire tutto e rivolgendo lo sguardo al futuro non vuol dire (ancora) nulla. Qualcosa di importante è cambiato, però, per pura competitività della F1-75 oltre che per talento personale del pilota monegasco: non si tratta più di quegli abbordaggi con benda da pirata che Charlie poteva portare solo in determinati circuiti e circostanze con curve così, temperatura cosà e vento a favore. Forse la visione di un possibile duello Verstappen-Leclerc come leitmotiv del Mondiale è qualcosa di possibile e concreto, non il sogno dopo un venerdì di prove libere azzeccate.
CARLOS IN PRE-POLE. L’altra faccia della Rossa è Carlos Sainz, terzo in seconda fila a sei soli millesimi da Verstappen. E rimasto sempre sul passo di Leclerc e addirittura davanti a lui – pole position provvisoria – dopo il primo tentativo di giro veloce. Gongola Mattia Binotto ricordando che «confermo, abbiamo noi la miglior coppia di piloti». E lo spagnolo è deluso, il che promette bene: «Non capisco ancora la macchina, fatico, devo pensare tanto mentre guido e questo mi disturba un po’». E meno male!
Se è relativamente sorprendente scoprire Verstappen secondo, comunque in prima fila (distacco sul giro 0″123, non pochissimo in un week end in cui i margini nei quartieri alti sono sempre stati di centesimi), dietro il trio delle meraviglie s’apre un caleidoscopio di piccole e grandi sorprese. Non era questo che si chiedeva all’alba della nuova era tecnica, d’altronde?
IL PERNACCHIO. Mercedes: sparite. Fuori dalle prime due file in avvio di campionato, una cosa che non si vedeva dal 2011. Hamilton s’è preso sette decimi di ritardo che era abituato a dare agli altri, in passato sempre osservando il panorama dall’alto. Motori della Stella tedesca: non pervenuti. Considerando anche le squadre clienti, ottima cartina al tornasole per capire, quattro ne sono usciti subito fra i cinque tagliati dalla Q1. Il primo è di Hamilton in terza fila e per trovarne un secondo bisogna arretrare a Russell nono, quinta fila. Nel nuovo ordine mondiale la Ferrari è in grado di fare la voce grossa: «Hanno fatto un grandissimo lavoro sulla power unit!», dice Valtteri Bottas che è l’unico davvero in grado di giudicare e di fare un paragone, essendo appena passato dal motore della Stella al Ferrari dell’Alfa Romeo. Anche lui deliziato dalla terza fila che la sorte gli fa condividere con Hamilton: un piazzamento che al finlandese, scaricato da Mercedes, fa provare il sollievo liberatorio del pernacchio che chiude una questione. Bottas sesto, Magnussen settimo con la Haas (incredibile ma vero), anche Schumino in sesta fila contribuiscono a lucidare lo scudetto con Cavallino.