Corriere dello Sport, ex rosa: “Paulone d’oro. «E’ vero, Dybala ricorda Messi»”

“Legge di gravitazione universale: per calcolare la distanza tra due corpi celesti si usa il metodo della triangolazione che si basa sul principio della trigonometria (aiutooo). Legge del calcio: per calcolare la distanza tra due corpi celesti, facciamo Dybala e Messi (sempre di stelle stiamo parlando) ci si deve affidare all’intuito di chi ha lo sguardo allenato e lasciarsi scivolare nella fascinazione che ci porta in pianeti sconosciuti (il futuro è futuro perché arriverà, non perché c’è già). Tra certezze e incognite, sempre triangolazione è. Nell’orbita della nostra serie A la stella più luminosa e imprevista è quella di Paulo Dybala. Essendo il ragazzo un David di Donatello che deve essere finito in tutte le sue forme (va tolto ancora del bronzo, va smussato e ripulito il superfluo), abbiamo bisogno di cercare pietre di paragone tra passato e presente. Se indietro Dybala guarda a Sivori (torero insolente, il più diabolico dei piedi sinistri, colpi da biscia nel repertorio) il modello che ha davanti altri non può essere che Messi (mancino pure lui, classe pollicina e celestiale), tanto che ora scopriamo che fu proprio la Pulce a dire al ct dell’Argentina Tata Martino: Mister, questo è uno di noi…». CHE PERSONALITA’. Abel Balbo oltre alle qualità del ragazzo, è rimasto colpito «dalla capacità di sopportare la pressione. Tanti soffrono questa situazione, lui ne è uscito motivato», concetto ribadito da Ruggiero Rizzitelli in maniera più chiara: «Ha due palle così. Arrivi a Torino, in una Juve che ha vinto tutto, devi far dimenticare Tevez: beh, lui ci sta riuscendo alla grande». Per Sandro Mazzola «Dybala ha rapidità, tecnica, fantasia: non gli manca niente. Deve imparare il sacrificio, solo allora potrà mettersi in competizione con il più grande…». Che poi è Leo Messi. «Teoricamente possono anche giocare insieme – spiega Balbo – bisogna solo trovare l’alchimia. Lui, Messi, Higuain, Aguero devono trovare l’equilibrio come la mia Argentina del ‘94: un 4-3-1-2 con Maradona alle spalle di Caniggia e Batistuta, e io che facevo il centrocampista di sinistra». Fabrizio Ravanelli parla di «un giocatore fuori dalla norma con una qualità che hanno pochissimi: il dribbling. Dybala salta l’uomo, crea la superiorità numerica. E’ un giocatore completo che abbina qualità e quantità: mica facile buttarlo giù». paulo d’oro. Aldo Serena ne ha intuito lo spessore fin dalle prime apparizioni con la maglia del Palermo: «Stava in campo già da leader, certe cose le noti subito. La prima impressione è stata quella di un ragazzo che ha una grandissima consapevolezza nei propri mezzi: freddo, razionale, lucido. Può diventare un grandissimo, Messi però a 17 anni era già Messi». Concetto che ribadisce anche Mazzola: «Le qualità per fare un percorso simile le ha, però andiamoci piano e diamogli tempo: a questi livelli conta moltissimo la tenuta mentale». Sulle qualità di un talento baciato dalle stelle nessuno ha dubbi. «Fateci caso, colpisce il pallone in maniera bellissima», è l’annotazione non banale di Balbo. «E si prende le responsabilità: non è un caso che rigori, punizioni e angoli li batta lui», aggiunge giustamente Ravanelli. Ancora Balbo: «La semplicità è la prerogativa dei grandissimi». Serena arricchisce l’identikit: «Ha un fisico che lo distingue, baricentro basso, grande rapidità di gambe e resistenza: non ce ne sono tanti altri in giro come lui». Per Rizzitelli «il paragone con Messi non è così azzardato. Chiaro, oggi sono distanti, ma le caratteristiche sono simili, i movimenti pure, la rapidità, la velocità nel tiro: il percorso è segnato». Pallone d’Oro prenotato? Sentite Balbo: «Può sperarci, conta anche la squadra dove giochi. Mettete Messi all’Empoli: resterà un fuoriclasse che non vincerà niente». Daniel Bertoni lo vide tanti anni fa, quando Paulo vestiva, ancora minorenne, la maglia dell’Instituto. «Venne a giocare contro la squadra dove sono cresciuto, il Quilmes: era una spanna avanti a tutti gli altri. Ha tutto per entrare nella storia. Faccio un esempio: in Italia ci sono due giocatori di un altro livello. Higuain e Dybala, ma Higuain è già Higuain, Dybala può migliorare ancora tantissimo: lui deve ancora diventare Dybala». Tutti d’accordo: il futuro comincia oggi, Dybala è una promessa di felicità”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.