“Paulo Dybala c’è. Si è già fatto vedere e ha voglia di mettersi in mostra. Al suo secondo anno in maglia rossonera l’argentino vuole, come minimo, ripetersi (23 reti per lui, 9 quelli in campionato). Non solo per il numero di gol, ma anche per i trofei. Il sesto Scudetto per fare la storia, innanzitutto, ma ovviamente anche la Champions League. Questa Juventus non può più nascondersi dopo una campagna-acquisti che è da 10 e lode nonostante siano attesi altri colpi di mercato. A proposito di simboli, chi vestirà la maglia numero 10 che Pogba si appresta a lasciare in eredità trasferendosi al Manchester United? Paulo ci sta facendo un pensierino ma, quando la Juve domenica era ancora qui a Londra in attesa di tornare a Torino dopo aver battuto (3-2) il West Ham, Pogba era ancora virtualmente un giocatore della Juve. Dybala non si è voluto sbilanciare, anche se alla «10» ci pensa nonostante sia molto scaramanticamente affezionato alla «21» con la quale ha conquistato, da subito, la Juventus. PRESENTE. Dybala non ha fallito l’appuntamento con il gol qui a Londra dopo che aveva contribuito a «giustiziare» (2-1) un’altra londinese (il Tottenham) durante la lunga tournée intercontinentale. Anche contro il West Ham il gol è risultato determinante per la vittoria della Juventus. Il salto di qualità è garantito quest’anno perché i nuovi acquisti stanno facendo faville. Dybala non aveva bisogno di conferme ma «per Dani Alves basta vedere le partite che ha disputato nel Barcellona. È di un livello straordinario, intuisce con largo anticipo il passaggio che deve fare, ti smarca sempre, rende tutto più facile. È bello giocare con lui, perché lo fa sempre palla al piede, rendendo più semplice anche il lavoro dei compagni di squadra». Ma Dani Alves non è il solo: «Per me il primo anno è stato inizialmente un po’ delicato. Ero appena arrivato, dovevo capire molte cose. Ma adesso sono stati ingaggiati anche dei giocatori fortissimi che miglioreranno la qualità di tutta la Juventus, rendendo ancora più semplice giocare su livelli ancora più alti». STRAPOTERE. La Juve sta già dimostrando che vuole vincere tutte le partite, per imporre la sua legge. Anche in Europa. Il West Ham ne ha fatto le spese nonostante gli Hammers sperassero di festeggiare anche in campo l’inaugurazione del loro nuovo stadio. «È una questione di mentalità – ha spiegato Dybala – perché è bello vincere, è più bello ancora nel mio caso facendo gol. La Juventus continua a progredire migliorando anche la sua mentalità che deve essere sempre e comunque vincente. Di amichevole in questo calcio non c’è più nulla…». Ma si può già dire che questa Juve ha una dimensione più europea con l’arrivo di così tanti campioni stranieri? «Certo, ci siamo perfezionati tecnicamente e con campioni di alto livello i risultati possono essere solo migliori». HIGUAIN. Tutti lo aspettavano. Anche Dybala che si rende conto di avere un avversario in più per la maglia di titolare. «Quando il Pipita stava per arrivare qui alla Juve – ha svelato Paulo – gli ho mandato un messaggio per sapere se era tutto vero. Gonzalo mi ha risposto che la trattativa era ben avviata e che lui voleva essere con noi… Che dire di Higuain? Parlano le cifre per lui. Nello scorso campionato è entrato nella storia della Serie A battendo il record di gol. Cosa dobiamo fare? Aiutiamoci l’uno con l’altro per il bene della Juve». Ma anche Higuain deve fare i conti con una notevole concorrenza. Mandzukic contro il West Ham ha lanciato due segnali (assist per Dybala e gol) molto netti e chiari. «Mario sa il fatto suo, non molla mica – ha spiegato Paulo – anche perché quest’anno dobbiamo ripeterci in campionato vincendo il sesto Scudetto che fa la storia. Lo vogliamo tutti». OVERBOOKING. Di qualità in questa Juve ce n’è davvero tanta. Tanto è vero che adesso c’è la fila non solo per giocare titolare ma anche per battere i rigori e le punizioni. Cosa accadrà con Higuain? «Gli ho detto che il primo penalty lo batto io, poi dopo deciderà Landucci (il «vice» di Allegri; ndi). Ma già adesso il giovedì e il venerdì quando ci sono le sessioni per calciare le punizioni siamo in tanti ad allenarci. I più assidui? Pjanic, Dani Alves, io, il Pipita. A tutti piace provarci e fare gol…»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.