Corriere dello Sport, ex rosa: “Brugman: «Bello il Pescara ma servono i gol». Zamparini…”

“Lo avevano scaricato troppo frettolosamente. Virtualmente spodestato dalla cabina di regìa del Pescara, abbandonato in mezzo alla stanza come fa un bambino con il suo giocattolo quando gliene arriva in regalo uno nuovo. Chissà come (e perché), la scorsa settimana il venticello dell’indiscrezione si era intrufolato tra gli addetti ai lavori suggerendo l’esclusione di Gaston Brugman dall’undici titolare a vantaggio di Alberto Aquilani. O meglio, il motivo in fondo è presto detto, il peso di un nome suggestivo che schiacciava quello di un potenziale talento ancora da consacrare. Solo mister Oddo sapeva. Sapeva e non diceva, magari ridendosela sotto i baffi. Per farla breve, alla fine contro l’Inter in campo dall’inizio ci è andato Brugman, risultando uno dei migliori, mentre Aquilani è entrato nel finale (al posto di Verre) dimostrando di essere ancora (parecchio) lontano dalla migliore condizione. Ergo, precipitosa corsa all’indietro per recuperare quel giocattolo colpevolmente trascurato. Stando così le cose, inevitabile che vada a crearsi un dualismo tra i due, anche se Gaston cerca di smorzarne i toni. «Io non mi sento il competitor di Aquilani, perlomeno non solo suo e non più degli altri. Conosciamo tutti la carriera di Alberto, ma qui funziona che il posto si guadagna settimana per settimana sudando e lavorando duramente, perché il nostro mister non guarda al passato. E’ bello e stimolante quando ci sono più giocatori per ruolo, in questo modo si allena anche la concentrazione e si migliora sotto ogni aspetto». Brugman sta agendo da play basso, tutta la costruzione del gioco passa attraverso i suoi piedi educati, inoltre – come da lui stesso specificato – deve fare filtro a centrocampo e andare a pressare il regista avversario. Doppio, triplo compito che, però, non lo spaventa affatto. «Due anni fa non avevo avuto modo di conoscere a fondo Oddo (il centrocampista era reduce da un grave infortunio ai legamenti, ndc), poi l’anno scorso ne parlavano tutti bene e adesso mi sto rendendo conto che avevano ragione. E’ bravo, preparato, farà una grande carriera». L’anno scorso il 24enne uruguaiano guardava da lontano, era già in serie A, nel Palermo, ceduto con la formula del diritto di riscatto. Però… poche presenze (14), tanta panchina, soprattutto lo smacco di non vedere esercitato dal club rosanero quel diritto di riscatto. Ma si tratta di un imprevisto trasformato in opportunità, chissà che Zamparini non abbia presto a pentirsene. «Quella al Palermo è stata una stagione tribolata per tutti, con tanti cambi di allenatore. Non è stato semplice, tuttavia mi è servito per crescere. E comunque sono stato felice di tornare a Pescara, dove speravo e mi auguravo di iniziare bene». A quanto pare, desideri esauditi. Unico cruccio i risultati. «Il campo dice che giochiamo alla grande, siamo apprezzati dall’opinione pubblica per le prestazioni, peccato che i punti raccolti siano inferiori ai meriti. Dobbiamo essere più concreti in zona gol perché se sbagli poi la serie A non ti perdona». E sabato ennesima prova di fuoco, in casa della Lazio dell’ex Immobile. «La affronteremo come abbiamo fatto con le altre, il nostro atteggiamento non dovrà cambiare». L’importante è che cambi il finale!”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.

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Redazione Ilovepalermocalcio