L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’Europa League con i primi impegni delle italiane questa sera.
Dopo due anni d’astinenza è arrivato il momento di rifarsi, di lasciarsi alle spalle quel digiuno un po’ forzato, e di godersi questa vita nuova, che è piena di sensazioni (anche) inedite, e che va assaporata senza spreco: «Ogni volta che si scende in campo e si indossa questa maglia, bisogna avere lo stesso atteggiamento. Sono due mesi che ci diciamo certe cose e la credibilità va acquisita tenendo fede a propri propositi: nel football non c’è un interruttore che azioni e stacchi. No!».
E quindi, quel ch’è stato il grande tormento del passato, di un’Europa League che a un certo punto s’è trasformata, a varie latitudini, come un ostacolo da scansare ma con classe, resta per il Napoli un’amabile tentazione che Luciano Spalletti vuole solleticare per se stesso e pure per la storia di un club che, ripensandoci, potrebbe persino permettersi di inveire contro la tecnologia, scesa in campo troppo tardi e quindi incapace di fronteggiare lo «scippo» con il Dnipro.