L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla gara di oggi in Europa League tra Lazio e Porto.
Dura, non impossibile. Sarri ci crede, sognando la rimonta. Porto da bere, anzi da inghiottire. Sarebbe bello ubriacarsi di gol dentro una notte piena di attese, di lazialità ritrovata, di emozioni perdute. Ne serviranno due di scarto per eliminare Sergio Conceicao, “meu amigo” della banda campione d’Italia di Eriksson, e volare agli ottavi. Fremono i trentamila dell’Olimpico, quasi mai così popolato per l’Europa League. Ecco perché Mau ha chiesto alla Lazio di tirare fuori l’anima senza rinunciare al cervello. Serviranno cuore e testa per centrare l’impresa. Non aspettatevi l’assalto. Dovrà essere una danza o un palleggio ragionato in attesa dell’imbucata, limitando i rischi. Beccare subito gol, sarebbe una sciagura. Si ripartirà dall’1-2 del “do Dragao”.
Accortezza. «Sono partite in cui occorre grande lucidità mentale. Se si pensa di andare all’assalto, di sicuro si compromette la partita. Bisognerà mettere grande attenzione alla fase difensiva, alla distribuzione, alle posizioni in campo. Poi abbiamo le qualità per poterla risolvere in qualsiasi momento. Essere lucidi e non farsi innervosire dal passare dei minuti, sarà fondamentale». Conta sapere e capire quanto Sarri e la Lazio ci tengano. «Il Porto è forte e sarebbe competitivo anche in Serie A. L’andata ci ha detto che è difficilissima, ma non impossibile». Niente alibi, altro che Napoli. Ogni pensiero legato al Porto. Per Mau, passare il turno, significherebbe una svolta. «E’ una partita importante, andiamo dritti per la nostra strada e venerdì tireremo le somme. Non mi piace fare tanti calcoli, poi saltano per aria, basta un’ammonizione o un infortunio, pensiamo a questa e stop».