Corriere dello Sport: “Esposizione bancaria. I club indebitati in Italia e in Europa”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sui club indebitati in Italia e in Europa.

L ’annuale rapporto Uefa sullo stato del calcio europeo fornisce informazioni estremamente interessanti sulle condizioni dell’indebitamento dei club fotografando le fonti finanziarie su cui il sistema del calcio europeo si regge. Non sorprende di certo constatare come la bufera del Covid si sia lasciata dietro un vistoso peggioramento delle condizioni finanziarie dal calcio europeo, ben rappresentate da un aumento complessivo dell’indebitamento esterno, prevalentemente bancario. Nell’ambito di questa categoria di indebitamento – tra le più rischiose – lo spostamento dele scadenze dal breve al lungo termine denota una generale disponibilità del sistema finanziario a venire incontro alle esigenze dei club allontanando impegni finanziari imminenti.

Nel 2022 il debito bancario complessivo del calcio europeo (area Uefa) è infatti cresciuto di 1,25 miliardi: +22% sull’anno precedente. Contemporaneamente, il debito a breve si è ridotto di 495 milioni, portando così al 9% l’incremento del debito complessivo, tra breve e lungo termine. Rispetto alla situazione pre-Covid, alla fine del 2019, l’incremento dell’indebitamento complessivo è del 51%. Solo sui campionati Big 5 gravano oltre 7,5 miliardi di debiti bancari oltre a 2,5 miliardi verso finanziatori interni. Un totale di 10 miliardi di passività. Nel quadro complessivo spiccano situazioni di enorme difficoltà come la Spagna in cui il debito bancario supera i 2,5 miliardi, con un incremento del 54% sull’anno precedente. I due maggiori club iberici da soli, Barcellona e Real Madrid, hanno un’esposizione bancaria di 841 e 967 milioni rispettivamente ma è la dimensione complessiva dell’indebitamento nella Liga rispetto al fatturato complessivo a preoccupare. Tra i club più indebitati, il Real (come in Inghilterra il Tottenham) hanno ancora sulle spalle il peso degli investimenti nello stadio. Dietro la Liga c’è la Premier: 1,9 miliardi di indebitamento ma tenendo presente che il valore assoluto del debito dice poco se non viene rapportato al reddito e i ricavi della Premier sono tripli rispetto a quelli della Liga e della Serie A.

I più virtuosi sono naturalmente tedeschi e olandesi, con indebitamento praticamente a zero, mentre la Serie A con debiti bancari per 1,068 miliardi desta qualche preoccupazione. Di questa esposizione complessiva tre club detengono una quota pressoché totalitaria: Inter 390 milioni, Juventus 223, Roma 271. I bianconeri hanno ridotto l’indebitamento di 250 milioni, grazie all’aumento di capitale da 400 milioni del dicembre 2021, ma quasi 900 milioni su un miliardo di debito sono a carico di queste tre società mentre il Milan ha un indebitamento minimo (71 milioni) e il Napoli zero. La forza della Premier sta anche nell’autofinanziamento perché in aggiunta all’indebitamento esterno troviamo anche 1,3 miliardi di prestiti dell’azionista, quelli comunemente chiamati “internal debt”. Una forma di debito “buona” perché è sempre possibile la sua conversione in capitale proprio (equity). Capitali che mancano, a esempio, in Serie A dove solo 337 milioni di finanziamenti provengono da fonti interne. Neppure il Covid ha visto aumentare questa voce: segno che i capitali endogeni sono sempre merce rara in casa nostra.