Corriere dello Sport: “Emozione Tedino: «Essere qui è un’opportunità. Ma non sarò un esecutore. Questa è una grande città e merita il massimo»”

“La erre moscia rende elegante il suo modo di proporsi. Poco conosciuto al grande pubblico, debuttante in B e in una metropoli arrabbiata, Bruno Tedino sa di dover vincere lo scetticismo di Palermo. Prova a isolarsi rispetto alla vicenda della “doppia proprietà” del club, ma il fatto che lo abbia scelto Zamparini in questo momento per lui è un peso aggiuntivo. La gente rosanero non crede più possibile che un allenatore qui possa davvero lavorare liberamente, Tedino dovrà dimostrare coi fatti la propria autonomia. LA FIGLIA TIFOSA. Dopo aver sorpreso tutti quest’anno col suo Pordenone, cerca di conquistare Palermo: «Credo che nulla avvenga per caso e allora il fatto di aver perso la B ai rigori la colgo come una grande opportunità. Questa è una città che ha dimostrato di essere forte. E poi mia figlia Nicole tifa Palermo da molti anni, forse per il colore rosa. Dico grazie a chi mi ha accolto e già mi ha fatto emozionare. Zamparini? Ho parlato sia con lui che con Baccaglini e posso dire di aver trovato un ambiente compatto e sereno. Non credo che il mio nome sia stato un compromesso, sono stato scelto da una società. Le vicende interne non mi devono interessare, l’importante è che tutti siano vicini alle sorti del Palermo. Zamparini lo conoscevo dai tempi di Venezia (allenò le giovanili dal 1995 al ’97, ndc), lo ritengo una persona leale, energica, disponibile. Io penso di essere un allenatore aziendalista ma non un esecutore; porto le mie competenze a disposizione della società”. COME GIOCO. «Il primo passo lo dovremo fare noi trascinando tifosi che devono ritrovare entusiasmo. Per rifare grande il Palermo c’è bisogno di un team forte, compattezza e moralità in tute le componenti, e al centro del progetto la G di gioco. Sono orgoglioso di venire dalla strada, mi piace un calcio di principi, rapido. Recuperare la palla prima possibile, meno possesso e più verticalizzazione; valuteremo i giocatori che abbiamo in rosa e la loro disponibilità. Il modulo? Voglio una squadra elastica e duttile. In un’orchestra conta l’equilibrio. Prima volta al Sud? Mio padre è meridionale, ho vissuto a Benevento. Non so se dovrò cambiare qualcosa. Ho due passioni: la famiglia e il calcio, sono un grande lavoratore». I singoli: «Diamanti? Da avversario nel Prato mi faceva sempre dannare. Ha eccellenti qualità ma vogliamo ringiovanire». Nell’Under 17 ho allenato Lo Faso e Giuliano, che inventai terzino sinistro. Lo Faso ha grandissima imprevedibilità, usa indifferentemente i due piedi, è un calciatore divertente; deve badare più alla sostanza ma è di ottima prospettiva»”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.

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Redazione Ilovepalermocalcio