Corriere dello Sport: “Emozione Palermo. Rossi: «Tutto subito»”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” ha deciso di riportare le dichiarazioni rilasciate dal neo tecnico dei rosanero Delio Rossi alla vigilia della sfida con il Livorno. Ecco un estratto dell’articolo: Dalle lacrime dell’Olimpico in quella notte di maggio di 8 anni fa, alla bolgia di Livorno dove oggi ci sarà poco spazio per le raffinatezze e serviranno nervi saldi e concretezza. Delio Rossi non ritrova soltanto la panchina di uno dei club dove è stato più amato ma è consapevole di mettere in gioco una buona fetta di se stesso e della sua reputazione. «So che la gente si attende tanto da me ma venendo non ho fatto questo tipo di valutazione e neppure ho pensato alla categoria. Sono uno che si mette sempre in discussione, lo faccio su di me prima che lo facciano gli altri. Palermo mi ha chiamato in un momento particolare ed io spero di essere utile». COLLOQUI PERSONALIZZATI. La sua formula è semplice. Rincuorare tutti e allo stesso tempo responsabili. Non vuole sentire la parola paura, stuzzicherà l’orgoglio del gruppo. Ha passato le sue prime 60 ore da allenatore rosanero con intense sedute di tattica per valutare le qualità a disposizione e con incontri individuali calciatore per calciatore. «Sono io che mi metto a loro disposizione. Ho trovato ragazzi che sanno di giocarsi qualcosa di importante e che vogliono avere un futuro nel Palermo non da un’altra parte. In questa fase devo fare le cose più normali possibili senza stravolgere nulla; pensare di portare il mio modo di intendere il calcio con sole 4 giornate da giocare sarebbe sciocco e pretestuoso. Per cui a Livorno voglio una squadra lo gica, che mostri senso di appartenenza, che si aiuti nei momenti di difficoltà che ci saranno, ma che ci provi dando il massimo. Se sei passivo, fallisci di sicuro». Che sia un uomo navigato lo dice la sua storia. Sa di non avere spazio per troppe nostalgie: «Devo coniugare due esigenze solitamente in contrasto: fare bene e fare presto. Ci proverò; essendo arrivato adesso non posso incidere sulla preparazione atletica. Del resto le componenti decisive in questi frangenti sono altre: bisogna giocare con la testa libera, io non sono un alchimista, posso solo aggiustare qualche dettaglio». Si scende nei particolari. Scontato il centrocampo a 3 anche se gli uomini sono contati (neppure un ricambio di ruolo in panchina), in ballo la titolarità di Trajkovski, esempio di una squadra che non sfrutta a pieno le sue potenzialità: «Trajkovski è un giocatore di qualità che ha dato meno di quello che può dare. Forse è il più penalizzato da certe scelte, penso sia un attaccante esterno, certo più offensivo di Falletti. Nestorovski e Puscas in coppia? Potrebbero giocare anche assieme ma datemi modo di capire meglio. Che idea mi sono fatto delle sofferenze del Palermo con le medio piccole? Può accadere per un fatto mentale ma anche perché le squadre forti spesso ti concedono più spazio mentre con le piccole devi essere più bravo e veloce. L’accoglienza della gente al Barbera? La prevedevo e mi ha fatto piacere, ma ci tenevo che lo vedessero anche i giocatori. Che capissero che Palermo ti dà tanto e se si comportano bene, possono averne in cambio grandissime soddisfazioni». Rossi torna su una panchina italiana a distanza di 3 anni e mezzo: l’ultima volta fu il 27 ottobre 2015 in Bologna-Inter 0-1 (gol di Icardi), gara che sentenziò il suo esonero. Nel Palermo è al terzo esordio: la prima volta (novembre 2009) iniziò vincendo in Coppa Italia (4-1 alla Reggina) ma perdendo in campionato (1-0 a Verona col Chievo); l’anno dopo ritornò, dopo il breve interregno Cosmi, pareggiando 2-2 in casa col Cesena. Ma nei giorni successivi portò i rosanero in finale di Coppa Italia eliminando il Milan di Allegri campione d’Italia.