“Il dibattito su quanto incida realmente un allenatore nel corso di una gara è aperto da sempre. Sarà abile lettura del match o casualità? Sta di fatto che, dopo qualche perplessità nella gara col Napoli (il cambio nell’intervallo scoprì la fascia da cui dopo 2′ scaturì il vantaggio ospite), De Zerbi ha avuto con Crotone e Atalanta intuizioni giuste che hanno portato una scossa alla squadra. A Pescara si è già detto che il passaggio a 3 dietro è stato decisivo, liberando fra le altre cose le discese di Aleesami da cui poi è arrivato il gol. E a Bergamo mercoledì è andata ancora meglio, sia per il turn over iniziale piuttosto coraggioso, che per i cambi dalla panchina. Prima Jajalo e poi Gazzi hanno avuto il giusto impatto sulla gara, fornendo freschezza e nuove geometrie, infine persino la scelta nel finale di togliere Diamanti e non Nestorovski che era in predicato per uscire, è stata premiata dal gol del macedone. De Zerbi è intervenuto anche nella esecuzione del corner decisivo, chiedendo di calciarlo a Jajalo mentre Rispoli, cui sembrava toccare la battuta, si spostava al centro. E fosse anche un pizzico di fortuna (vedasi gol segnato all’89’), è una…dote che non guasta mai e che bisogna sapersi andare a cercare. La mentalità vincente è uno dei pallini del tecnico che vuole un Palermo pronto sempre ad osare”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.