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Corriere dello Sport: “Ecco il salva-calcio. Tasse in cinque anni”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulle tasse in cinque anni per il calcio.

La chiamano “salva-calcio” ma è una norma che aiuta un po’ tutti, con il pallone che smuove però ovviamente l’opinione pubblica (in negativo) facendo puntare il dito contro i cosiddetti “privilegiati”. Il provvedimento voluto e ispirato dal senatore forzista Claudio Lotito, patron della Lazio, è uscito dalla porta del decreto “Aiuti quater” per rientrare dalla finestra della legge di bilancio 2023. La manovra approderà oggi alla Camera con più di un mese di ritardo e domani è previsto il voto di fiducia.

La disposizione, presentata sotto forma di emendamento alla manovra, prevede che le tasse non pagate a causa della pandemia da gennaio a novembre 2022 potranno essere rateizzate in 5 anni e quindi in 60 rate (le prime tre da pagare entro dicembre, versando anche la quota Inps che comunque è parecchio minoritaria rispetto al totale) con una sanzione “solo” del 3%. Non più del 10%, quindi. Tramite il suo presidente Lorenzo Casini, sfruttando la sponda del senatore Lotito, la Serie A aveva chiesto allo Stato di rateizzare una rateizzazione di 5 anni ma senza incorrere in sanzioni sportive e penali e, soprattutto, a tasso zero. In ballo c’è più di mezzo miliardo di versamenti Irpef e contributi sospesi nel corso del 2022, con la Serie A che ovviamente deve restituire all’erario la parte maggiore del tesoretto (rispetto a B e C) e società come Inter, Lazio, Roma, Juve, Napoli, Fiorentina e Milan tra le più esposte. Il governo, con la premier Meloni e il ministro dell’Economia Giorgetti in testa, ha voluto evitare una corsia preferenziale per i club calcistici, assecondando però (sulla spinta di Forza Italia) la ricomposizione dell’emendamento dopo che era stato precedentemente stralciato.

«Un tema importante che vorrei chiarire è che non ci saranno sconti per le società calcistiche – ha dichiarato ieri mattina il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, ribadendo una posizione già espressa in Parlamento – e che dovranno pagare tutto con degli interessi come per le altre imprese. La parte contributiva e previdenziale dovrà essere pagata entro il 29 dicembre, tutto il resto fino a un massimo di 60 rate. Mi dispiace ci sia stata una cattiva informazione su questo, ma sconti non se ne fanno a nessuno come è giusto che sia». Già il relatore del dl “Aiuti Quater” Guido Quintino Liris (FdI) aveva anticipato che la norma sarebbe confluita in manovra, ma senza scudo penale. Italia Viva e M5S ritengono comunque che la misura serva a fornire una via d’uscita conveniente alle società di A spendaccione e indebitate oltremisura, che tutto sommato si ritengono soddisfatte di pagare solo il 3% di mora. L’equiparazione agli altri settori era la direzione in cui spingeva da tempo anche la Federcalcio di Gravina, in sinergia con Abodi, consapevole di quanto ottenere un provvedimento ad hoc per le società (cioè la rateizzazione a tasso zero) sarebbe stato alla lunga controproducente visto il momento storico di crisi. Rientrare nelle agevolazioni previste per tutte le aziende diventa invece un modo per ribadire la dignità del calcio dal punto di vista industriale. In fondo, Lotito non ha stravinto la partita (come voleva) ma ha portato a casa un compromesso che soddisfa tutti.

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Redazione Ilovepalermocalcio