Corriere dello Sport: “È scoppiata la battaglia politica per il controllo del calcio”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla battaglia politica per il controllo del calcio.
La FIFA, nonostante la sua immensa potenza e gestione di enormi risorse economiche, si trova attualmente in un periodo di tensione e controversie. Diversi attori nel mondo del calcio, tra cui agenti, calciatori e leghe, hanno avviato azioni legali o presentato reclami contro alcune politiche chiave dell’organizzazione. Gli agenti, in particolare, contestano le nuove regole che limitano le commissioni e i mandati, mentre calciatori e leghe hanno portato all’attenzione della Commissione Europea le preoccupazioni relative al calendario delle partite, che considerano dannoso per la salute degli atleti e per le economie dei campionati nazionali.
Nonostante le critiche, Gianni Infantino, presidente della FIFA, ha mantenuto saldamente il controllo, al punto che non si è presentato nessun candidato alternativo alla sua rielezione, avvenuta per acclamazione. Infantino potrebbe considerare queste critiche come parte di una battaglia politica per l’influenza all’interno del calcio globale: gli agenti vogliono più potere, i calciatori desiderano giocare meno partite ma mantenere lo stesso compenso, e i club cercano una maggiore fetta dei profitti.
Nel frattempo, l’UEFA, responsabile dell’affollamento del calendario con la creazione della Nations League e l’espansione delle competizioni europee, ha ricevuto critiche meno aspre rispetto alla FIFA. Tuttavia, il nuovo formato delle competizioni UEFA, che aumenterà il numero di partite, e il controverso Mondiale per Club organizzato dalla FIFA, che inizierà nel 2025, stanno creando problemi organizzativi, soprattutto in termini di premi e diritti televisivi.
La sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha riconosciuto un “abuso di posizione dominante” da parte dell’UEFA e della FIFA, ha aumentato la disponibilità al dialogo da parte dei club, alimentando ulteriormente il dibattito su una possibile indipendenza delle grandi società calcistiche dalle federazioni. In questo contesto, la Superlega, pur formalmente bloccata, continua a essere un argomento di discussione, con i suoi promotori che cercano di ottenere consensi tra i club, mentre le multinazionali del calcio riflettono sempre più sull’opportunità di gestire autonomamente le risorse economiche del gioco.