L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla prima arbitra donna in serie A, Ferrieri Caputi,
«Ogni volta che la chiamano in causa, entra e segna». La metafora calcistica per descrivere la capacità di un arbitro: Katia Senesi, componente del Comitato Nazionale dell’AIA, ha presentato così Maria Sole Ferrieri Caputi, 31enne di Livorno, la prima donna negli organici di Serie A e Serie B in 111 anni di storia dell’associazione arbitri. Per celebrare questo momento, l’AIA ha organizzato ieri una conferenza stampa nella sede della Figc, al termine del consiglio federale, con le sue migliori interpreti al femminile: Ferrieri Caputi, ovviamente, ma anche Tiziana Trasciatti, l’assistente promossa nella CAN di Rocchi dove troverà la collega Francesca Di Monte (ora all’Europeo femminile), Chiara Perona del futsal e Fiammetta Susanna del beach soccer. Una squadra internazionale, «i simboli di un movimento che sta raggiungendo l’eccellenza» secondo il presidente dell’AIA, Alfredo Trentalange.
LA STORIA. Ferrieri Caputi ha cercato di nascondere quella timidezza che in campo si trasforma in determinazione. Le dicono che è troppo presto, che ha arbitrato solo 23 partite in Serie C, che rischia di bruciarsi. Lei tira dritto per la propria strada («un sogno che coltivo ogni mattina, da 16 anni») e nella sala “Paolo Rossi” di via Allegri ha raccontato la sua storia: «Sono stata sempre una grande appassionata di calcio. Da piccola leggevo i giornali, collezionavo le figurine, seguivo il campionato e la Nazionale. Giocavo a calcio per strada e a scuola, anche se i miei genitori non erano molto favorevoli. Il professionismo femminile è importante anche perché crea un percorso culturale per le bambine». Anche l’idolo è donna: «Il mio modello è sempre stata Carina Vitulano. Spero di essere io, adesso, quella che dimostra alle giovani che si può fare, che nulla è impossibile. Oggi non esistono più barriere del tipo ‘lei non può perché non ce la vogliamo’». Un riferimento al passato, con una polemica tra le righe, che il fischietto toscano ha fatto coincidere con la precedente gestione dell’Assoarbitri guidata da Nicchi: «Da quando c’è stato il cambio ai vertici dell’AIA c’è una maggiore vicinanza e un maggior sostegno. A noi donne hanno offerto gli strumenti per crescere. Ad esempio, ora facciamo gli stessi test atletici degli uomini».
OSTACOLI. Durante la carriera non sono mancate le difficoltà. In conferenza le è stato sottoposto praticamente l’elenco di quello che potrebbe capitare a una donna su un campo di calcio: insulti, sessismo, pregiudizi. «Sì, è successo di tutto – ha ammesso, quasi con imbarazzo – ma le cose negative faccio fatica a portarmele dietro. Il grande problema per gli arbitri è nelle categorie più basse, poi nel professionismo è tutto più attenuato. Il momento più bello? L’applauso dei bambini a Pistoia quando lo speaker della società mi ha annunciata». Ferrieri Caputi avrebbe anche le competenze per lavorare come Var («sia io che Maria Marotta siamo certificate, forse ci manca un po’ di esperienza»), ma comincerà la stagione come arbitro di Serie B. «Quando la vedremo in A? Quando il designatore la riterrà pronta – aggiunge Trentalange – noi siamo per il merito».