“E’ l’ora di diventare grandi. E il messaggio è rivolto essenzialmente a Balogh e Sallai, confermati nel tridente offensivo di supporto a Nestorovski. Probabilmente non si dovrebbe mettere fretta a ragazzi di appena 20 anni, ma le residue speranze del Palermo non possono aspettare. Toccherà a loro, pungolati da Lopez che è pronto a rischiarli ma ha chiarito che non vuole finezze inutili. A Torino servono concretezza, tiri in porta, gol. Che non possono essere affidati alle sole magie del cannoniere macedone. E allora Balogh e Sallai si sforzino di spezzare il digiuno in tema di realizzazioni: nella loro avventura italiana non hanno ancora mai segnato, cerchino di convertire in giocate efficaci e punti in classifica, i tocchi estrosi di cui sono in possesso ma che fin qui non hanno mai fatto la differenza.
Segnali di vita. E’ una sfida, forse calcolata. Dare fiducia a promesse in crescita ma che non sembrano poter offrire garanzie di rendimento sicuro. Per molti c’è una stridente contraddizione fra le esigenze immediate di una squadra che si vuole salvare e un progetto futuristico. Ma l’allenatore ha deciso di sfidare ogni cattivo pensiero (le imposizioni di Zamparini), ribadendo che è lui durante la settimana ad avere il polso della situazione ed a vedere chi sta meglio e può offrire di più alla causa. In fondo, la crescita di Balogh è testimoniata dai fatti. Di partita in partita, il fenicottero ungherese ha reso più avvertibile la sua presenza. Un palo con l’Atalanta, una conclusione interessante nel tempio della Juventus, il rigore procurato con la Sampdoria. Ancora poco per l’urgenza del Palermo ma segnali di vitalità. Ora tocca al passo successivo che certifichi che il talento non vive sulla Luna. Balogh non era uno spietato finalizzatore nemmeno in Ungheria ma qui se vuole convincere davvero la deve buttare dentro. Al Palermo servono gol e non svolazzi e rabone.
Baby Palermo. Balogh e Sallai hanno avuto spazio non solo perché sono migliorati ma anche perché le alternative a disposizione non fanno impazzire. Trajkovski, Embalo, Lo Faso frenato da un infortunio. Allora tanto vale lanciare giovani che i mezzi tecnici li avrebbero eccome, ma devono assolutamente unirli a un modo di concepire il calcio apparso distante dalla loro mentalità. Lopez ha preso atto che questo Palermo è costruito così, ha valutato che Diamanti può servire solo a partita in corso (l’unica scelta diversa poteva essere “sdoganare” Alino e dargli la responsabilità di inventare qualcosa) e allora si è affidato ai giovani. Se vogliono davvero essere utili alla squadra e giustificare la scelta, Balogh e Sallai sono costretti ad accelerare il processo di maturità. A uscire da un limbo per far capire davvero se si può puntare su di loro”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.