“E’ (o potrebbe essere) il d-day, un giorno che solo qualche anno fa, nei fasti dell’era Zamparini, nessuno si sarebbe aspettato. Il Palermo entra in un’aula di tribunale con una richiesta di fallimento giunta non da gruppi di creditori che bussano alla porta ma dalla stessa Procura di Palermo, intervenuta per vederci chiaro sulle ultime operazioni fi nanziarie del club, con dubbi molto forti sulla regolarità dei bilanci, situazione che di fatto condurrebbe ad una presunzione di insolvibilità e a tutto ciò che ne consegue. Dunque, prima dello scontro al vertice del San Nicola, il Palermo è atteso stamane da un’altra partita molto delicata, i cui esiti potrebbero comunque non conoscersi subito. POSSIBILE UN RINVIO. L’udienza si terrà a porte chiuse nella sessione fallimentare del Tribunale dinanzi al giudice Sidoti: il Palermo, che sarà rappresentato da un pool di avvocati, presenterà un’ampia memoria difensiva con la quale intende smontare l’assunto della Procura, ovvero l’incapacità della società di Zamparini di portare avanti una gestione normale. Il tutto sulla base di una perizia redatta da un consulente che indica in oltre 60 milioni il “buco” in bilancio ed ipotizza una serie di reati legati alla cessione del marchio fatta fi gurare come attivo ma mai trasformatasi in liquidità eff ettiva. Nonostante tutto, il Palermo si sente sicuro di dimostrare le proprie tesi, raff orzato dalla scelta di eleggere presidente un professionista di spessore come Giovanni Giammarva, che ha ribadito anche nelle ultime ore la sua fi ducia. Tanto che il club non ha neppure preso in esame l’ipotesi del concordato preventivo, che prevederebbe un piano di rientro dei debiti, ma anche un’ammissione di difficoltà. Se il Palermo off rirà nuovi documenti o una chiave per interpretarli diversamente, è quasi scontato che il giudice fallimentare avrà bisogno di tempo per valutarli prima di prendere qualsiasi decisione. Un sì o un no insomma (Palermo scagionato e richiesta di fallimento archiviata, o al contrario conferma dell’ipotesi della Procura e nomina di un curatore fallimentare per portare avanti l’ordinaria amministrazione) non arriveranno oggi ma saranno posticipati, anche se non di molto. La particolare situazione di un club calcistico chiede che un provvedimento venga comunque preso al più presto. CONSEGUENZE. Il timore della città che già nel 1986 visse un incubo che si concluse nel peggiore dei modi (radiazione e ripresa dalla C2 dopo un anno di stop) è legato alle conseguenze sulla squadra: per adesso non cambierà nulla salvo la probabile diffi coltà ad operare sul mercato di gennaio in un senso o nell’altro. Cessioni (per fare cassa) o acquisti per rinforzare il gruppo dipendono dalla situazione societaria: un eventuale curatore fallimentare dovrebbe badare più agli interessi dei creditori che alle esigenze tecniche, ma in ogni caso qualsiasi operazione economica andrebbe valutata con particolare prudenza. L’ansia cresce, da questa vicenda dipende anche il futuro della proprietà. Se Zamparini venisse esautorato dal fallimento, il tribunale potrebbe poi cedere all’asta il pacchetto azionario del club, con tanto di cartellini dei calciatori, al migliore off erente e dunque ad una cordata che dimostri di avere le carte in regola per soddisfare la curatela”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.