“Forse Mimmo Di Carlo passerà alla storia come l’allenatore che prese un calcio, là dove non batte il sole, da Silvio Baldini; o come il primo tesserato squalificato per una bestemmia che giura di non avere mai pronunciato; o per i nove anni da calciatore a Vicenza, il Vicenza di Guidolin, la Coppa Italia vinta, la semifinale in Coppa delle Coppe contro il Chelsea di Vialli e Zola; o per avere esordito in B a 28 anni e in A a 31. Sicuramente, non dimenticherà mai il Palermo. Dal giorno della rinascita e del ritorno alla Favorita con l’Atletico Mineiro con oltre 40.000 spettatori alla storica promozione in C1, alla successiva di fascia di capitano legata al braccio, dopo la radiazione. A Palermo sarebbe rimasto a vita. Ma Liguori e Polizzi avevano deciso di mandarlo via per fare posto a Modica. Li anticipò. Era il capitano non voleva restare ai margini del progetto o in paradiso a dispetto dei santi. Dispiaciuto di lasciare ma conservando la sua dignità di uomo e di professionista. Tanto che, all’ultimo minuto, quando la società decise di cacciare Liguori, ed Enzo Ferrari, che poi avrebbe guidato il Palermo alla promozione in B, lo pregò di restare, Mimmo rispose: «Non è più possibile, ho dato la parola a Caramanno e Cerro per il Vicenza». Che poi sarebbe stato la sua fortuna. Palermo gli è rimasta nel cuore. E oggi rimpiangerà di non essere nella panchina di… casa. Come avrebbe voluto. «Qui, sei sempre protagonista, anche se dormi. Un giorno mi invitarono al circo, mi fecero entrare nella gabbia di leoni enormi. C’era anche il sindaco Orlando che mi sussurrò: “Tranquillo”. Non lo ero per niente. I leoni, forse, mi videro un po’ magro ed ebbero pietà, me la stavo facendo addosso, poi l’esplosione di entusiasmo: Mimmo, Mimmo … e presi tanto coraggio da accarezzare uno». I precedenti fra Spezia e Palermo si perdono nella notte dei tempi. Fatale quindi che la leggenda prenda il posto della storia, che pure assegna uno “scudetto” allo Spezia nel ’44 (Coppa Federale del campionato di guerra), per raccontare di un ripescaggio in Serie B, nel 1940, ai danni del Palermo. Una stagione particolare quella 193940, conclusa con quattordicesimo posto, segnata dagli eventi bellici. Commissario straordinario del Palermo Salvatore Barbaro, presidente della Rari Nantes Igiea prima società di pallanuoto. E proprio i rosanero furono i pionieri di questo sport. Per mantenersi in forma, infatti, nel periodo estivo giocavano col pallone in acqua a Mondello. Un campionato drammatico non privo di curiosità. Nelle ultime due giornate, il Palermo fu costretto ad affrontare le trasferte di Padova e Sanremo con undici giocatori contati tra i quali tre portieri, gli altri erano partiti per la guerra. A Padova (0-6), il portiere Guido Sellan giocò da mediano; a Sanremo (sconfitta per 2-1) fu l’allenatore Ermenegildo Negri, quarantenne, a scendere in campo da centravanti, segnando il gol della bandiera”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna del “Corriere dello Sport”.