Corriere dello Sport: “E Coronado va a ritmo di samba”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” ha realizato un’intervista a Igor Coronado. Ecco quanto si legge:

“Va dove lo porta il … gol. In tutti i sensi. Corsa e fantasia, a ritmo di samba. Alla soglia dei ventisei anni, ecco Coronado: cuore, istinto, gioia, tanta voglia di arrivare. E una magia per scacciare l’incubo della crisi. «È vero, ho attraversato un brutto periodo. Per me, per la squadra, per la società è un anno decisivo. Non posso fallire. La seria A ci aspetta, ci credo più che mai. Per fortuna, contro l’Ascoli ho spezzato quello che sembrava un incantesimo». GOL DA INCORNICIARE. Ne ha segnati tre in sei mesi, uno più bello dell’altro ma pochi per le sue qualità, l’ultimo una perla rarissima: ottanta metri palla al piede, nove tocchi, quattro giocatori evitati e conclusione a girare all’incrocio dei pali. Dieci secondi di grande bellezza per cancellare minuti di niente. «Il più bello? Preferisco quello di Bari con una conclusione da lontano che ha sorpreso anche me. Più importante invece con l’Ascoli. Grande vittoria per come si era messa la partita, che ci ha restituito autostima e certezze». Un passo indietro. «Quando ero piccolo sognavo una partita da protagonista e un gol come quello che mi ha sbloccato. Giocare mi diverte, non c’è  di peggio quando provi un dribbling che non ti riesce. Per farti perdonare cerchi di strafare e vai in confusione. Poi col Foggia ho commesso una sciocchezza che non è da me. Era la prima volta che venivo espulso». GOL E FEDE. «La corsa con le braccia aperte e il salto col pugno in aria è il mio modo di festeggiare. Poi mi sono inginocchiato ed ho ringraziato Dio. Nel mio corpo c’è un solo tatuaggio, la Madonna, il cuore di Gesù, una rosa con scritto: fede in Dio. Prego sempre quando si spegne la luce… Più che pensare, ero felice. Polemica? No, liberazione. Emozione che resterà scolpita. Quel gol ha cambiato tutto forse anche il nostro destino». Centrocampista o punta? «Mi sento trequartista, non ho le caratteristiche di un vero attaccante, preferisco tornare, trovare spazi, anticipare le mosse. Mai in gabbia, sempre libero delle mie giocate. Il mister dice che potrei stare anche in porta? Grazie, non mi resta che contiuare sulla strada dell’impegno. Ogni giocatore ha le sue caratteristiche, con Tedino ho imparato tanto. Per esempio, prima viene la squadra. Fermo restando che uno come me fa il possibile per cambiare la partita».
OBIETTIVO PROMOZIONE. «Da questa stagione mi aspettavo qualcosa in più soprattutto come numero di gol, ma sono ancora in tempo. Cerco di divertirmi e di vincere, e se perdo mi arrabbio. È questo il problema. Debbo imparare a gestire le negatività. Le responsabilità però non mi pesano. So che Zamparini si aspetta molto dal sottoscritto e non ho paura. A fi ne stagione tireremo le somme. Non è una questione di diventare campione e approdare nel fi rmamento delle stelle o di restare un giocatore normale. Posso diventare campione anche nel Palermo». Contro il Frosinone, per tornare grandi. «Una sfida che può dare la svolta, restituire al Palermo la dimensione di prima. Vietato sbagliare. È sul Frosinone che bisogna fare la corsa. I giochi sono aperti, credo nella rimonta. Capisco che Tedino, i tifosi, i compagni si aspettino un bis da Coronado. Sono pronto, il peggio è passato, entrerò in campo con uno spirito diverso. L’incubo è finito. E i gol mi aiutano”.