Corriere dello Sport: “Dybala tra Premier e Milan”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul futuro di Paolo Dybala.

Il nostro calcio viene meglio immaginato. Inutile raccontar balle: siamo in piena recessione e non per colpa del secondo fallimento mondiale consecutivo. Quello, al massimo, è un effetto. Mai come in questo periodo le società, in particolare le nobili, si vedono costrette a fare conti molto più seri, “severi” che in passato: da oltre un anno le discutibili e discusse plusvalenze non sono più la soluzione “condivisa” di tutti i mali e le ambizioni, bensì un incubo concreto, poiché oggetto di un’inchiesta a più procure che potrebbe mietere vittime illustri. Il figlio illegittimo del Fair Play Finanziario che l’Uefa ha appena partorito, impone peraltro il rigore nelle spese e chi si ritrova con i fatturati massacrati dalla pandemia è condannato a tagliare progressivamente il monte stipendi, la voce più sensibile, e a rivolgersi agli outlet dei pallone.

In situazioni come l’attuale la prima cosa alla quale i club rinunciano è naturalmente il bene di lusso, la fantasia. E così il Napoli presenta un’offerta ritenuta insufficiente a Lorenzo Insigne, il capitano, che in assenza di altre proposte decide di emigrare in Canada facendosi coprire d’oro. Fuori uno. Anche la Juve cambia radicalmente programmi (Vlahovic, Zakaria) e prospettive e a marzo mette Dybala, altro capitano, nella condizione di cercarsi una squadra. Paulo insegue un progetto che lo ponga al centro: ma non è semplice per un fantasista ventottenne trovare il posto fisso in una big europea, visto che quasi tutte non contemplano il 10 di ruolo e vocazione. Sembra di essere tornati alla fine del secolo scorso quando Baggio, Del Piero, Recoba e Zola furono costretti a decentrarsi. È pur vero che negli ultimi anni anche i compiti dell’esterno d’attacco sono cambiati: da lui si pretende un notevole lavoro in fase difensiva, ovvero pressing, inseguimenti, arretramenti.

A oggi per Dybala si sono mossi Arsenal e Newcastle che non sono andati oltre la manifestazione d’interesse. Paulo è ancora freddo, nonostante preferisca uscire dall’Italia: nel caso in cui non trovasse all’estero quello che cerca, la sua preferenza cadrebbe sul Milan, la cui politica non prevede accordi economici particolarmente lunghi e onerosi. Apprezzabile – in tal senso – la disponibilità di Marotta, l’amatore che portò Paulo alla Juve da Palermo: non potendosi caricare di ingaggi impegnativi, ha fatto sapere al giocatore che per un anno, a numeri praticabili, lo prenderebbe volentieri per consentirgli il rilancio in grande stile.