“E’ la sua prima volta al Sud. L’occasione a 33 anni di tornare protagonista a tempo pieno (a Firenze e Bergamo fu solo un ricambio di lusso degli ultimi mesi di stagione) incendiando coi suoi colpi una tifoseria come quella di Palermo. Ansiosa di buone notizie che vengono dal campo e non solo di polemiche all’esterno. Alino Diamanti arriva nella giornata più sbagliata, quella della bufera Ballardini. Che a Bologna era stato il suo allenatore, anche se per poche gare, dato che poi fu ceduto in Cina e i felsinei senza di lui crollarono fino a retrocedere. Ecco il primo dribbling: «Ballardini si dimette? Non sono la persona più adatta per giudicare, sono qui per parlare della squadra e di quello che potrò dare».
Passione da accendere. «Quando si è prospettata l’occasione Palermo, l’ho colta subito molto volentieri. E’ stato facile trovare un accordo (due anni di contratto con opzione sul terzo, ndc). E’ vero, non ho mai giocato sotto Livorno e devo dire che questa è una cosa che ho considerato scegliendo Palermo. Quando sono venuto a giocare al Sud, fortunatamente la gente mi ha sempre apprezzato anche da avversario. E questo mi ha fatto piacere. La squadra è ritenuta debole? Sono arrivato da 4 giorni, c’è un gruppo giovane con alcuni ragazzi molto bravi. Bisogna lavorare con entusiasmo e pensare partita dopo partita. E comunque il mix delle squadre che si devono salvare è sempre lo stesso: lottare su ogni pallone, non mollare mai». Conferma il consiglio di Gilardino su Palermo: «Alberto era dispiaciuto perché lui è appena andato via? Noi siamo molto amici, giocare assieme sarebbe stato fortissimo. Ma mi ha detto che mi troverò bene e gli credo».
Esperienza da trasmettere. Si è allenato solo col Prato ma si dice pronto a esordire subito. «Ringrazio il Prato con cui ho fatto una preparazione vera, ho giocato anche un paio di amichevoli. Io chioccia rosanero? Metto disponibilità ed esperienza per portare tutto ciò che ho di positivo al Palermo. Mi farebbe piacere che mi chiedessero consigli, già allenarsi assieme è importante. Posso dire che dovunque sia stato, sono stato apprezzato per impegno, cattiveria e rabbia». E’ anche la sua grande chance di rilancio. Forse tardi per ripensare alla Nazionale ma… «La Nazionale passa da Palermo, devo fare bene qua e poi magari ne riparleremo. Perché andai in Cina? Fu una scelta quasi obbligata dalle condizioni della mia ex società (il Bologna, ndc); ho fatto fatica a rientrare perché non mi davano mai la possibilità di essere pronto ma nelle altre squadre dove sono andato (Fiorentina e Atalanta, ndc) penso di avere fatto bene per come ci sono arrivato. Quando sei in prestito secco per 5 mesi, emergono altre dinamiche che rendono tutto più difficile. Balotelli? L’avevo chiamato perché gli voglio bene: gli ho detto vado a Palermo, vieni anche tu. Poi ognuno fa le sue scelte». Quella di Alino è di riaccendere l’estro rosanero”. Questo ciò che si legge sull’edizione de “Il Corriere dello Sport”.