Arturo Di Napoli, ex allenatore del Messina che ha rescisso il contratto con i peloritani a seguito della squalifica rimediata per l’inchiesta Dirty Soccer, è stato intervistato dal quotidiano “Il Corriere dello Sport”. Di seguito le sue parole: “Che allenatore è Lello Di Napoli? «E’ una persona che stimo molto perché è stato il mio secondo, ma un secondo atipico. C’era un confronto quotidiano su tutto. Non è il classico secondo che ti aiuta a fare riscaldamento o a mettere i coni per l’allenamento. Lui lavorava a pieno regime con me. Certo, le scelte le facevo io ma comunque mi confrontavo sempre con lui. Ha avuto un momento difficile, ma ha una identità, è molto preparato e lavora con passione. Sono contento per lui. Ha idee ben precise, ha le capacità per poter diventare un buon allenatore. L’ho apprezzato molto quando sono stato costretto ad allontanarmi dalla panchina, ha avuto grande rispetto. Gli ho detto: “Hai una grande chance, sei sempre stato leale, allenare il Messina è un’opportunità che devi sfruttare”. Può essere il tecnico anche dell’anno prossimo, ha idee e ambizioni e lavora con umiltà». Dall’esterno come vede la squadra? «Col Foggia è arrivata una vittoria importante, la squadra ha dato un segnale forte per la salvezza. E’ stato un successo meritato, forse poteva venire fuori un pareggio, ma credo che non si può gridare allo scandalo se il Messina ha vinto. Ha giocato una delle partire più belle che ho visto giocare alla squadra. Questi ragazzi hanno cuore e anima nonostante qualche prestazione un po’ così. Hanno dimostrato di avere senso di appartenenza. L’anno è comunque favoloso perché la classifica è invidiabile, dato che i programmi iniziali prevedevano di evitare i play out». A fine campionato dove sarà il Messina? «Le prossime 3-4 partite possono essere importanti. Bisogna sfruttare i turni casalinghi. Con il Melfi bisogna vincere. Poi dopo con il Catania sarà un derby affascinante. Se riuscisse a fare questi due colpacci, il Messina potrebbe anche guardare oltre il naso: la salvezza è praticamente acquisita, potrebbero giocare con spensieratezza, magari può uscire fuori qualcosa di importante. Play off? E’ difficile perché i punti di distacco sono tanti, però dipende… E’ un campionato equilibrato, può succedere di tutto». Ha mantenuto i contatti con i giocatori? «Quando ero allenatore c’era un rapporto schietto, anche perché io sono stato dall’altra parte e so come vanno le cose. Bisogna essere sinceri, devi avere regole e quindi c’era rispetto e grande sintonia. Ma dopo il primo febbraio per una questione etica e di rispetto, di serietà, ho deciso di farmi da parte. Di non avere rapporti e di pensare solo alla mia posizione». Cosa le ha lasciato l’esperienza di allenatore del Messina? «Mi ha lasciato tanto. Ho avuto la certezza di essere considerato un messinese di adozione, ho avuto grandi attestati di stima da parte della gente. Ringrazio tutti, sono stati encomiabili nei miei confronti. Mi hanno dato veramente tanto, mi hanno sostenuto sempre. Mi aspettavo lo stesso anche da qualcuno all’interno della società, qualcuno che ha dimenticato troppo in fretta quello che ho fatto per questa club e per questa città. Qualcuno che ho deciso che potesse lavorare con me e che poi mi ha fatto sentire tradito. Ma non posso pretendere che tutti siano contenti di essere amici miei. La città però mi gratifica per tutti i sacrifici fatti in estate. I tifosi mi hanno dato forza e coraggio per andare avanti. Mi hanno rispettato indipendentemente da tutti. Mi adorano e io adoro loro». Nel suo futuro vede ancora il Messina? «Tra me e Messina, intesa come città e come squadra, non è finita. Sono convinto che potrò tornare e potremo prenderci le soddisfazioni che meritiamo. E’ chiaro che non tornerei più a lavorare con determinate persone. Ho sentito che avrei preso una buonuscita o che avrei rescisso: non è vero. Anche queste cose mi hanno fatto male. Mi sono fatto da parte per rispetto, anche delle regole. Anche se non condivido quello che ho subìto, è tutto un equivoco, il tempo mi darà ragione. Andrò in tutti i gradi di giudizio. Dove mi vedo tra tre anni e mezzo? Spero che tutto si risolva in meno tempo». Il suo rapporto con il presidente Stracuzzi. «Ottimo. Ci siamo incontrati il giorno dopo la sentenza, abbiamo parlato. Abbiamo cercato di trovare una formula per uscirne bene. Con Stracuzzi ci siamo ripromessi di rivederci, magari c’è la possibilità di diventare un suo consigliere personale. Almeno fino al campionato prossimo. Lo vedrò in questi giorni. Magari mi dice che non vuole. Ma lui ha apprezzato il mio lavoro, sa che ci ho messo amore, passione, sacrifici per questo progetto. Ha la palla in mano. Mi atterrò a quello che sono le sue decisioni. Questo progetto e questa città li sento miei». E’ nato a Milano, ma il Sud è sempre stata la sua casa… «Di origine sono napoletano. Il mio legame con il Sud è anche questo. Il calore che ti dà il Sud non te lo può dare nessuno. Qui tutto è all’eccesso, dalla contestazione all’amore: lo preferisco alla freddezza, mi sono sempre preso le mie responsabilità. Ma poi con Messina è nato qualcosa di diverso. Da giocatore mi hanno concesso tutto, ero senza regole. Ora da allenatore sono l’opposto. Con Messina ho avuto un rapporto di passione. La città mi ha perdonato tutto, perché alla luce dei fatti, ho mostrato tanto, in 4 anni a Messina ho fatto quasi un gol a partita. Loro sapevano che ero un po’…. così e se ne facevano una ragione, mi adoravano per quello che ero. Ora sono diverso e sono più forte»“.