Corriere dello Sport: “Di Francesco, non solo gol. Il Palermo è già ambizioso”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulle parole rilasciate da Di Francesco ieri in sala stampa.

Nel suo carnet già piuttosto ricco manca però la ciliegina della vittoria di un campionato: Federico Di Francesco ha frequentato a lungo e con successo la serie A (7 stagioni più lo spezzone dell’attuale nella quale aveva già segnato un gol) ma ha giocato quasi sempre in formazioni che dovevano salvarsi. Palermo a 29 anni, con un contratto triennale di una certa rilevanza, è la casella che mancava ad una carriera da giramondo di livello: «E’ vero che ho giocato in A ma non è una cosa che voglio far pesare, il mio obiettivo è contribuire a che la squadra ottenga i traguardi cui punta – afferma Federico nel corso della presentazione ufficiale avvenuta ieri al Barbera – in questo Palermo ci sono giocatori che hanno vinto tanto e questo aiuta anche me».

Una cena a Soleri. In effetti l’inserimento è stato velocissimo, basti vedere l’intesa per il contropiede che ha chiuso il match e regalato in un lampo il primo gol rosa al nuovo arrivato: «Avevo già giocato con tanti di questi ragazzi, Ceccaroni, Henderson Stulac, e mi sono sentito subito a mio agio. E’ stato difficile lasciare Lecce dove ho vissuto un’annata bellissima raggiungendo una salvezza in cui pochi credevano ma per la mia carriera e il mio futuro, Palermo era la scelta migliore. Poi, le piazze del Sud caricano in modo diverso, c’è un altro tipo di vita ed io, che a lungo ho giocato al Nord, me ne sono accorto. Lo spettacolo della curva sabato era straordinario. Mi auguro al più presto di conoscere la città in tutti i suoi aspetti e di aiutare la squadra con le qualità che posso mettere a disposizione. La trattativa? Ho percepito sin dal primo contatto la voglia di una società che vuole crescere: la B è dura, il Palermo è competitivo ma ci sono altre squadre corazzate, dalle tre retrocesse ad altre come il Catanzaro e il Modena che sono partite benissimo. Servirà equilibrio anche nei momenti meno felici, avere alle spalle la guida del gruppo City poi crea i presupposti per progetti ambiziosi. L’assist di Soleri? Gli devo una cena, il 90% degli attaccanti in quella situazione calcia in porta invece lui me l’ha ridata! Fare gol subito era l’esordio migliore che potessi desiderare, lo dedico a mia moglie e ai miei figli rimasti a Lecce e ai tifosi. Mio padre Eusebio? Con lui mi confronto su tutto, non solo sul calcio e comunque mi ha detto che ho fatto la scelta giusta: ha affrontato Palermo sia da giocatore che da allenatore, sa quanto sia l’amore e la grandezza di questa piazza».