Corriere dello Sport: “Delio Rossi integrale: «Bologna, attento a Nestorovski. A Palermo tante gioie»”
“Bologna-Palermo è (anche) a partita di Delio Rossi. Dal 2009 al 2011 alla guida dei rosanero, due qualificazioni in Europa League, una finale di Coppa Italia, zenit di un percorso ricco di soddisfazioni. A Bologna dal maggio alla fine di ottobre del 2015, la promozione centrata dalla B alla A nella volatona finale, poi dieci giornate prima dell’esonero. Rossi, che ricordi ha di Palermo? «Bel periodo, rapporto stupendo con i palermitani. Al di là del risultato sportivo, quello che mi resta è l’affetto della gente» Su quale giocatore lei ritiene di aver inciso di più? «Probabilmente Acquah. Ho avuto talenti puri come Cavani e Pastore, ho allenato Hernandez, e sinceramente pensavo che potesse diventare un campione; ma Acquah era un ragazzo che stava ai margini, viveva, ma lo dico senza offesa, allo stato brado, gli sono molto legato. E ci sono delle similitudini con Diawara» Appunto, lei ha fatto debuttare in A Diawara. «Ero convinto che facesse bene, mi colpì subito la grande personalità. Ha fatto tutto molto in fretta, pure meglio di quanto mi aspettavo. Fu bravo a conquistare subito la fiducia dei compagni, che in campo lo cercavano, gli davano il pallone» In estate l’ha combinata grossa non presentandosi in ritiro. «Mi ha molto addolorato. Il Diawara che conoscevo io rimaneva fino a che diventava buio per affinare il piede, provare i tiri; diciamo che è stato consigliato male». Se ripensa alle due stagioni di Palermo ha qualche rammarioco? «Sì, di non aver regalato alla gente qualcosa di tangibile, un trofeo, come la Coppa Italia; cosa che invece mi è riuscita da altre parti, anche a Bologna con la promozione». Cosa non ha funzionato a Bologna? «Guarda, il discorso è semplice. Potevo decidere di cambiare poco e fare con quello che avevo: di sicuro la classifica sarebbe stata migliore. Ma ho scelto il bene del Bologna, non il mio. E allora abbiamo cambiato tutta la squadra. Sapevo a cosa andavo incontro. Ricordo che in ritiro ho lavorato con tredici giocatori, Giaccherini e Gastaldello non li ho mai avuti, Destro è arrivato che non era in condizione». Lei come valuta il suo lavoro? «Penso di aver fatto un buon lavoro, ho lavorato in profondità, creando le premesse per Donadoni, che è un ottimo tecnico e sta facendo bene. Certo, con un po’ più di tempo a disposizione avrei fatto meglio». Quale è il destino del Palermo? «Deve lottare per la salvezza, spero, lo dico con grande affetto, che alla fine riesca a centrarla». E il Bologna? «L’anno delicato era l’anno scorso, il primo in A dopo la promozione. Questa squadra può mantenere tranquillamente la categoria. La società è solida, ci sono le premesse per crescere nel tempo». Migliorare il 14° posto dell’anno scorso è l’obiettivo dichiarato della società. E’ un obiettivo raggiungibile? «Direi proprio di sì, le basi ci sono, i giocatori e la qualità pure». Chi sono i giocatori che segue con più attenzione di Bologna e Palermo? «Mi piace molto Krejcì, ha avuto un buon impatto in questi primi due mesi e mezzo, è un esterno con caratteristiche ben definite. Credo che il Palermo non possa prescindere da Nestorovski. A certi livelli può fare la differenza. E nella lotta alla salvezza è un attaccante che con i suoi gol può risultare decisivo». Rossi, questo è il periodo dell’anno in cui le panchine cominciano a bollire. Ha già ricevuto qualche chiamata? «Sono pronto a valutare qualsiasi cosa. Un paio di proposte, dall’estate ad oggi, le ho rifiutate, perché non le consideravo adatte a me. L’estero? Sì, è una possibilità, diciamo che in questo momento ho in ballo qualcosa». In Europa? «Una in Europa, un’altra oltre l’Europa»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.