“De Zerbi cambia ancora. Il Palermo oggi schiererà la dodicesima formazione diversa in 12 giornate, fra rientri attesi (Rajkovic) e esordi coraggiosi (Lo Faso). Il punto fermo invece da cui il giovane tecnico bresciano ha deciso di ripartire senza tentennamenti è il modulo. De Zerbi ha provato, osservato, valutato pro e contro. Alla fine ha privilegiato la sua idea di fondo, con qualche inevitabile adeguamento: i rosa giocheranno 4-1-4-1 che poi in fondo è un 4-3-3 perché gli esterni di centrocampo sono incaricati essenzialmente di offendere e di supportare Nestorovski. La giostra di cambiamenti però non rende felice De Zerbi che risponde così alle perplessità in materia: «Purtroppo è vero che cambiando spesso si rallentano i tempi per trovare un’identità definitiva, però per me è stato un passaggio obbligato. Non cerco alibi, sapevo che situazione avrei trovato, ma la squadra non è stata da me costruita e neppure allenata dal ritiro; inoltre c’è stato qualche infortunio importante e non veniamo nemmeno da risultati esaltanti che mi inducano a confermare le formazioni precedenti. Non è mia abitudine cambiare spesso, ma qui non potevo fare diversamente: aldilà degli allenamenti, è in partita che si valutano i calciatori. Non voglio fare il professore o stupire, anzi cerco di adattarmi ai giocatori che ho, fermo restando che non sposto di un centimetro le mie idee calcistiche di fondo». De Zerbi sa di rischiare ma non si nasconde le difficoltà: «Ci mancano ancora la crescita globale a livello di automatismi e l’abitudine a un certo tipo di lavoro tattico ma anche maturità e condizioni fisiche adeguate dei singoli calciatori. Per questo parlo di squadra dal buon potenziale ma che deve saper tramutare questo potenziale in reale forza. Zamparini mi ha dato fiducia? Mi fa piacere ma in questo momento sono concentrato sulla partita e mi soffermo su quanto posso fare per limare i difetti. Nel momento topico ci manca sempre qualcosina». E con una rivale come il Milan non si potrà sbagliare molto: «Voglio una partita migliore delle ultime e soprattutto portare a casa il risultato. Mi pesa molto il fatto di non aver ancora conquistato nemmeno un punto a Palermo. Bisogna saper allenare anche trovando ambienti delusi o arrabbiati, cercare di portarli dalla nostra parte, con atteggiamento, risultati e impegno. Se arriveranno i fischi, non dovremo farcene condizionare». LE SCELTE DEGLI UOMINI. «Farò scelte dettate da motivi fisici e brillantezza del momento. Rientrano Gazzi e Diamanti? Può essere, sono punti fermi ma solo se stanno al 100%. Cosa non mi convince in Bruno Henrique (l’ex Corinthians partirà in panchina anche oggi, ndc)? Non lo vedo bene come passo, aspetto che abbia più brillantezza. Il fatto che sia stato l’acquisto più costoso del Palermo (3,3 milioni di euro, ndc) non mi interessa, ma la mia non è una bocciatura, anzi in questa settimana l’ho visto molto meglio. Viene dal campionato brasiliano che è molto tecnico ma con ritmi differenti e si deve ancora calare nelle nostre modalità di gioco. Inoltre a livello di lingua è indietro dato che non parla l’italiano». Del tutto diverso il giudizio sul ragazzino che potrebbe stupire oggi il Barbera: «Lo Faso? È vero, sono tentato di farlo esordire, sarebbe già entrato a Cagliari se non avessi dovuto cambiare Rispoli per infortunio. È un talento grandissimo, se avrà la bravura di migliorarsi in continuazione può diventare un giocatore molto importante. Ma giovani, come lui, Sallai e Balogh, devono avere tempo e pazienza. Io sono stato giocatore di quel ruolo ed ho un occhio di riguardo per il talento». Quello che a 15 portò baby De Zerbi a Milanello. «Ero un bambino, oggi è un’emozione affrontare i rossoneri. Il Milan di Montella mi piace perché ha meno individualità importanti di Juve o Roma ma più coralità di squadra. Posso perdere ma me la voglio giocare»”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.