Corriere dello Sport: “De Zerbi? Macché, in panca va Possanzini. Lo strano incrocio in rosanero: Davide giocò due gare nel 2005 prima del ko. Ora il nuovo debutto”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” dedica un pezzo a Davide Possanzini, ex rosanero e vice-De Zerbi, che domani però, sarà in panchina da primo allenatore vista la squalifica dell’ex Foggia. Ecco quanto si legge sul quotidiano: “E’ il diavolo che ci mette la coda. L’unico che possa tenere testa a Zamparini, il mangiallenatori. E che gli da l’opportunità di alimentare i suoi record. Fuori Ballardini, dentro De Zerbi? Sì, ma in panchina va Davide Possanzini perché De Zerbi è squalificato. Altro allenatore che non era messo in conto. In più un intreccio affascinante in quanto Possanzini fu una meteora, nel Palermo di uno Zamparini (e di Barzagli, Zaccardo, Toni, Zauli, Corini, Grosso …) arrivato da tre anni. L’uomo che avrebbe dovuto sostituire l’argentino Farias e affiancare Luca Toni messo fuori causa da un infortunio alla seconda apparizione: settantatré minuti in tutto, debutto in casa contro l’Inter, venti minuti al posto di Terlizzi; titolare a Firenze (Fiorentina di Zoff, Chiellini e Miccoli) per 53′, e per una vittoria (2-1) che non riuscì neppure a vedere essendo uscito sullo zero a zero. Amicizia. Il buio totale, prima di una nuova esplosione a Brescia: goleador, compagno di squadra di Rispoli e … udite, udite di De Zerbi (2008), protagonista della promozione in A con Iachini (2010) e l’anno dopo della retrocessione, con Diamanti al suo fianco. Fu proprio a Brescia che tra Possanzini e De Zerbi nacque l’amicizia. Nel Brescia numero uno e capitano Possanzini; nel Palermo De Zerbi al timone, Davide secondo. Ma per un giorno, i ruoli s’invertono: De Zerbi in tribuna e gloria in panchina per l’ex attaccante. E che esordio! Da calciatore Possanzini ha giocato undici volte contro il Napoli, due sole le vittorie, mai in A, una siglata proprio da lui (1-0) in B con la maglia dell’Albinoleffe e l’altra conquistata con quella della Reggina, da idolo di tifosi che cantavano per lui: «Nella Reggina c’è un giocatore che dribbla come Pelè. Possanzini alè, alè …». L’ultima col Napoli (tolti i nove minuti del 2010), il 15 maggio 2007, sconfitta a Brescia (0-1), Hamsik compagno di squadra, De Zerbi avversario. Tutto il contrario di domani. Possanzini: «Sbagliai due o tre gol in quella partita, la ricordo bene. E ricordo De Zerbi che era stato mio avversario anche a Catania. Hamsik? Già si vedeva che era molto forte tra pulizia di calcio e intelligenza tattica. Sta facendo la carriera che meritava». Come dire meglio evitarlo anche perché il Palermo è la vittima preferita di Hamsik, sette gol ai rosa in sedici partite. MALEDETTO DUE FEBBRAIO.«Dieci giorni? Ad essere sincero, il mio campionato con il Palermo durò un’ora circa: l’esordio contro l’Inter, titolare a Firenze, poi lo scontro fortuito con Dainelli e quella strana sensazione mai dimenticata: menisco e crociato. Pazienza, doveva andare così. La carriera mi ha regalato altri sorrisi». Dal possibile viale del tramonto al rilancio; dalla B nuovamente alla A sulle strade dell’Europa, come ai tempi della Reggina, della storica promozione, dell’esordio in A contro la Juventus: sembrava una favola, invece il finale fu diverso. «Non riuscivo a dormire, quando il passaggio al Palermo era ancora incerto. Poi, chiesi almeno un minuto contro l’Inter e Guidolin mi accontentò. Tutto sembrava scritto, facile. Non avevo fatto i conti con l’imprevisto». Il due febbraio, l’incidente; il nove, il suo compleanno: appena due settimane dopo l’inizio dell’avventura in rosa, la vita era cambiata. «Festeggiai a letto senza potermi muovere, ad Ancona, dai miei genitori con mia moglie e mia figlia. Mia madre, che mi vedeva poco, voleva darmi tutto in un giorno. Così, mi preparò la torta e tanti dolcini; e mi fece spegnere le candeline». Ripartire è stato sempre il suo verbo. «Nella vita, quando sono caduto, ho trovato la forza di rialzarmi». Ora per Davide un’altra scommessa. Un’altra sfida. Ancora col Palermo. E sempre per cambiare il destino”.