Corriere dello Sport: “De Rossi senza paura: «Io felice alla Spal»”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma su De Rossi alla Spal.
Straconvinto di farcela. Non c’è dubbio. Sicuro, carico e pacato allo stesso tempo, felice della scelta. «Sì, sono contento». Daniele De Rossi si è già calato nel destino che mezzo mondo gli predice da almeno una quindicina d’anni. Il nuovo allenatore della Spal è pronto, davanti a sé ha trenta partite di campionato e almeno una di Coppa Italia. La seconda di Coppa, se dovesse superare il Genoa, sarebbe all’Olimpico addirittura contro la Roma. Tempo al tempo, però. Perché è tutto tranne che uno sprovveduto: «Mi hanno chiamato da Roma dicendomi che la Spal giocherà bene ma passeranno i giallorossi ai rigori. Capite che è presto e che prima c’è il Genoa?». Assolutamente. De Rossi sa che ora c’è bisogno di tempo e di lavoro. A testa bassa, come piace a lui.
NIENTE PASSATO. Senza vantare il passato da grande centrocampista: «Sarei un pazzo se arrivassi a petto in fuori per ciò che ho fatto in campo. Nicolas Burdisso me lo aveva detto, “ti guarderanno tutti con occhi diversi”, cerco di fare mio l’insegnamento. Mi spaventa un po’ il fatto che l’indicazione generale sia di un mio percorso quasi naturale. Dovrò, come tutti, dimostrare di essere capace attraverso i risultati. Concetti base? Intensità, coraggio e rispetto». Tutto nelle giuste dosi: «Ai giocatori chiedo di chiamarmi Daniele e non mister. Il rispetto non dipende dal “tu” o dal “lei” che si danno alle persone, al Boca l’allenatore aveva sessant’anni e lo chiamavamo tutti Gustavo…». Una cosa è comunque certa sin d’ora: «In panchina giacca e cravatta no, voglio stare comodo. La tuta? Mah, scarpe da ginnastica sicuramente, ho giocato troppi anni e i piedi doloranti non mi permettono di portare per ore scarpe eleganti. Sarò così, comodo».
NUOVA VITA. Paura ovviamente zero. Si parla di emozioni, di sensazioni, del mood sincero che accompagna De Rossi da sempre e che tutti gli riconoscono: «Ringrazio Tacopina per la chance, mi parlava di fare l’allenatore quando ancora giocavo, alla fine ce l’ha fatta a prendermi. Spero di ripagarlo, mi ha dato grande fiducia. Tra noi ci sono amiciza e stima, lo ritengo un vincente, credo sia l’unico presidente che ha avuto tre promozioni di fila, sono contento di iniziare il mio percorso con lui». Percorso che non è più quello degli scarpini, del riscaldamento, dei parastinchi: «Entrare in uno spogliatioio con un’altra veste mi ha fatto venire qualche pensiero. Non paura. Come un bambino che cambia scuola e trova tutto nuovo, ma mi sento pronto e forte, anche perché mi presento con la mia famiglia aggiuntiva, il mio staff. Grazie alla Spal, non potrei essere più felice, ho trovato un grande ambiente, una città dove si può vivere bene. Poi qui per fare una foto mi chiedono per favore, a Roma ero abituato ad avere la gente sulle spalle». CANTATA. In realtà un passaggio da giocatore di oggi c’è stato: alla squadra, dopo i colloqui iniziali, si è presentato con il rito della cantata in piedi sulla sedia: «Tanto pe cantà, da romano…». La scena ovviamente impazza sul web da ore. Poi un paio di sassolini e la storia che nella Capitale, da sempre, è quella della “sora Camilla, che tutti la vogliono e nessuno se la piglia”: «In realtà di proposte concrete ne ho ricevute tre o quattro. Ho fatto dei colloqui, sembrava sempre che fosse fatta poi erano restii perché non avevo mai allenato. Ringrazio la Spal per il coraggio. E spero per la lungimiranza… Ho studiato il lavoro fatto da Venturato, entrare in corsa non è semplice ma siamo pronti». Messaggi ricevuti? Il suo whatsapp è quasi al collasso: «Credo quattrocento o cinquecento, anche di gente che non conosco benissimo. Piano piano risponderò a tutti. Il ct Mancini? Mi ha scritto, avrebbe preferito un’altra destinazione (la Samp, ndi). Ma mi ha girato le sue congratulazioni. Un grandissimo, da lui ho imparato tanto».