“La notte in blanço: guardando dentro il proprio vissuto calcistico. E’ un film e ci sono scene che restano, le emozioni d’un passato che resta e la sensibilità d’avvertire un futuro intorno a sé: la polvere del sottoscala della Fallimentare è volata via, spazzata furiosamente in questo decennio e poco più che sa di cavalcata. E però stavolta si entra nel «mito» d’uno stadio che seduce, nella sfida stellare con la casa Real del calcio internazionale, in quella dimensione onirica che è però anche autentica e che trascina Napoli fuori dalla propria normalità. Agosto 2004, perché ignorare quell’estate? Però è un punticino lontano lontano che adesso, a questa latitudine straordinaria, evapora nella memoria o forse no, la sorgente d’un Napoli, il giorno in cui rinasce il sogno più reale. Scelga una frase-simbolo, una sola, De Laurentiis, per raccontare Real Madrid-Napoli. «Qui si fa la Storia». E senza retorica…. «Assolutamente. Se in trent’anni non li abbiamo mai incontrati, qualcosa vorrà pur dire; se ci arriviamo adesso, dopo sette anni di seguito in Europa, dopo aver sfidato anche il Bayern Monaco, l’Arsenal, il Borussia Dortmund, il Chelsea e perdonate se non le cito tutte, vuol dire che abbiamo dato una continuità a noi stessi. E raggiunto, stavolta, il punto più alto: sfidiamo i più Grandi, quelli che hanno un bilancio con il quale non ci possiamo confrontare, tante volte è superiore al nostro. Ma lo faremo con la forza delle nostre Idee, che ci hanno portato sin qua». In casi del genere, i sentimenti si accavallano. «Io sono sempre stato orgoglioso di ciò che abbiamo fatto ed ho ritenuto che il Napoli abbia concesso a me un premio per la quantità smodata di passione che mi ha sottratto a mia moglie, ai miei figli. Ma sono fortunato: Jacqueline è stata comprensiva e intelligente e i miei ragazzi lavorano con me. Il lavoro è il mio hobby». E’ lecito sognare? «Lo faccio sempre, ad occhi aperti, ogni mattina, e immagino di conquistare traguardi sempre nuovi. Sono affascinato e turbato dai cambiamenti epocali promossi da ogni ventennio. Il calcio va modificato: è un’idea che ho visto affermare, prendere forma e infine che mi ha appagato con i successi. Ma bisogna intervenire, entrando nella testa di chi non ha capito che il football ha bisogno di mentalità imprenditoriale». Siete diventati elitari e trasversali, sull’aereo premi Oscar, ex politici di fama, grandi attori. E per il ritorno con il Real Madrid si sono prenotati per il san Paolo il presidente del Coni, il Ministro per lo Sport. «Questa attenzione generale ci rende felici, significa che il nostro Progetto ha appassionato ovunque. Ora il prossimo passo ci deve portare a costruire per il Napoli altro: un centro sportivo per le giovanili, affinché i club del centro-nord non ci portino più via quindicenni di talento. Cerco quindici ettari su cui edificare otto campi scoperti, uno coperto, un piccolo stadietto per la Primavera, tre palestre, una piscina, una piccola scuola».
Saremo banali: dal Cittadella al Real Madrid. «Sono stati dodici anni, e siamo quasi a tredici, molto belli, intensi e questo Evento, perché di tale si tratta, sottolinea semplicemente quanto grossa sia stata la nostra esplosione. Ripenso ai giocatori che hanno giocato nel Napoli: ai Lavezzi, ai Cavani, agli Higuain; e a quelli che abbiamo adesso, che ci stanno regalando gioia. Ferlaino, che è stato un grande presidente, mi pare abbia impiegato diciotto anni per vincere il primo scudetto; io ho ancora un po’ di tempo per eguagliarlo, però intanto ci godiamo questa nostra dimensione». Ha rimpianti? «Posso ritenermi pago di quello che è tato realizzato, ma non intendo certo fermarmi qua. Il desiderio è quello di migliorarsi sempre». E chi è arrivato secondo, l’anno scorso, può solo arrivare primo. «Questo l’ha detto lei….». Come si arriva alla Sfida? «Facendo mio la massima del sufismo: migliora te stesso». E rimuovi quel tormento…. «Se si riferisce al San Paolo, non la smentirò. Vorrei che si capisse che io non lo gestisco, mi viene rilasciato ogni volta che ci serve. Ma ora che abbiamo un ministro per lo sport, gli chiederò pubblicamente ed ufficialmente di contribuire alla emanazione di un decreto legge che, attraverso un percorso abbreviato, faciliti la costruzione di nuovi stadi. Sono indispensabili autorizzazioni semplici, un processo di defiscalizzazione»“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.